Israele vegana: la terra del miele e del latte cambia volto
Federica Giordani
Un’associazione vegana e animalista di Tel Aviv ha provato a fare una stima nel 2015 di quanti fossero i locali israeliani che offrono un’opzione vegan. Udite, udite: sono ben 700. Israele, negli ultimi anni ha imboccato la strada della rivoluzione vegan sia nel piatto che nei suoi usi e costumi, tanto che il The Daily Mail ha inserito Tel Aviv fra le migliori mete di vacanza vegan in assoluto.
Molti ristoranti, infatti, hanno inserito nei loro menu nuove opzioni vegan (ricordiamoci che siamo pur sempre nella terra che ha dato i natali ad hummus e felefel) e persino le grandi catene come Domino’s Pizza hanno pensato a chi non mangia carne e derivati: “E’ un ottimo pubblico, molto leale ai punti vendita” ha commentato Ido Friedman, responsabile marketing della catena che ha venduto nel 2015 più di mezzo milione di pizze vegane.
La spinta vegan e la politica Da dove arriva questa nuova spinta vegan? Le ipotesi sono diverse, anche di carattere politico. Alcuni rappresentanti di gruppi vegan israeliani importanti come “Vegan Friendly” sostengono che l’influenza dell’attivista Gary Yourofsky sia stata molto importante: “Il suo video alla tv israeliana, in cui discute con una giornalista in diretta, è stato visto in Israele da circa 1milione e mezzo di persone, e il nostro non è un paese enorme…”. Ci sono anche teorie che parlano, invece, di “Veg-washing” ossia della tendenza del governo del paese a puntare i riflettori su tematiche come quella vegan, che tocca argomenti di rispetto del prossimo, del più debole e dei diritti animali, solo come facciata per migliorare la propria immagine e non alimentare invece quella di paese occupante dei territori palestinesi. Il docente di diritto internazionale Aeyal Gross , ha spiegato che “il veganesimo diventa un mezzo di propaganda per allontanare l’immagine del paese che occupa e che nega i più basilari diritti umani, occupandosi piuttosto di quelli animali”. Gross fa seguito ad alcune iniziative come la partecipazione dell’ex presidente Benjamin Netanyahu al “Meat free monday” nonché alla decisione di inserire opzioni vegan sia nel vestiario che nei pasti per i soldati dell’esercito israeliano.