L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale è stato chiaro; quest’anno la situazione della fauna selvatica italiana è davvero critica e l’attività venatoria non può non tenerne conto: dovrà essere limitata. Almeno questo è ciò che viene indicato in una nota inviata a tutte le regioni Italiane da ISPRA che fa appello alle Regioni italiane: “I dati meteoclimatici – si legge – indicano che il 2017 è stato caratterizzato da una situazione meteorologica decisamente critica, aggravata anche da una drammatica espansione del numero degli incendi”. Tutto questo sta determinando un impoverimento della fauna che viene colpita gravemente anche dalla mancanza di acqua e di cibo sia per gli eco sistemi terrestri sia per quelli acquatici.
ISPRA quindi ha inviato un messaggio chiaro alle Regioni, dato che sono proprio loro a decidere a livello politico le modalità e i tempi dell’attività venatoria sul territorio.
Come già evidenziato in passato da questo Istituto, in presenza di eventi climatici particolarmente avversi per la fauna, si ritiene che, seguendo il principio di precauzione, in occasione della prossima apertura della stagione venatoria vadano assunti provvedimenti cautelativi atti a evitare che popolazioni in condizioni di particolare vulnerabilità possano subire danni, in particolare nei territori interessati da incendi e condizioni climatiche estreme nel corso dall’attuale stagione estiva.
Cautela, quindi e principio di precauzione vengono richieste dall’Istituto mentre le associazioni come LAV e Lipu hanno chiesto direttamente al Governo la cancellazione della stagione venatoria: “Siamo nel pieno di un vero e proprio disastro ambientale – scrivono – che mette a rischio gli equilibri ecologici della fauna e dell’ambiente, con gravi ripercussioni anche sulla nostra vita quotidiana. Per questo motivo è necessario attivare un vero e proprio “piano Marshall” per l’ambiente e la fauna selvatica, una serie di interventi straordinari che consentano di uscire da questa gravissima fase caratterizzata dalle tante calamità innaturali.”
Per il momento non pare affatto che l’appello sia stato raccolto, tanto è vero che sui siti specializzati è già possibile leggere i calendari delle varie stagioni venatorie divise per Regioni e non c’è stata nessuna risposta ufficiale né una presa di posizione da parte del Governo né delle associazioni che accolgono sotto di sé le migliaia di cacciatori del nostro paese che, secondo i dati Istat, hanno un’età compresa tra i 65 e i 78 anni.