L’Impossible Burger di Bill Gates viene incoronato come innovazione tecnologica del 2019. E in Italia la filiera della produzione della carne trema. Durante il Ces di Las Vegas, il Consumer Electronic Show che rappresenta uno dei più importanti appuntamenti statunitensi dedicati all’innovazione tecnologia, la carne 100% vegetale messa a punto dalla start up finanziata dal numero uno di Microsoft si è, infatti, aggiudicata il primo premio nella categoria Top Tech Winner. Una notizia che, qui in Italia, è stata accolta con “preoccupazione” rispetto alle eventuali ricadute economiche e occupazionali che l’arrivo su larga scala dagli Usa della “carne vegetale” potrebbe causare.
Miglior innovazione 2019
Le motivazioni del premio americano sono chiare e collegate, in primo luogo, a quelli che sono gli impatti ambientali della produzione dalla carne tradizionale: “Riducendo il gap aromatico tra carne reale e carne a base vegetale, Impossible Burger rende più facile per tutti fare scelte alimentari più rispettose dell’ambiente, e questa è una grossa scommessa”, spiega Drew Prindle, della rivista Digital Trends, che ha selezionato i vincitori del Ces 2019. “L’allevamento è la prima causa di distruzione ambientale nel mondo. Per questo, ridurne il consumo e la produzione è probabilmente uno dei modi più efficaci per combattere il cambiamento climatico”.
Un riconoscimento che va ai “modi attraverso i quali il pensiero scientifico e i progressi nella connettività avranno un impatto reale sul modo in cui viviamo”, come ben evidenziano oltreoceano, e che risulta quindi collegato al trend che sta vedendo affermarsi sempre più la ricerca di prodotti alternativi alla carne vera e propria (in un’ottica soprattutto ambientalista), sia in ambito scientifico che sul mercato.
E in Italia?
Una scenario che, senza mezzi termini, spaventa i produttori italiani. Lo conferma Luigi Scordamaglia, presidente di Filiera Italiana, che ha commentato la notizia del premio a Impossible Burger dicendosi “molto preoccupato per l’evolversi dell’offerta alimentare su scala globale”. Il giro d’affari della carne sintetica è stimato, infatti, intorno ai 6 miliardi di dollari, in crescita del 40% nei prossimi cinque anni. ”Nessuno è contro l’innovazione – ha commentato Scordamaglia all’Ansa – ma la storia insegna che le scelte produttive e tecnologiche in campo agricolo e alimentare possono essere buone o cattive a seconda dei contesti sociali e delle stagioni. E adesso c’è una grande compagine, con cospicui capitali in Usa e nei Paesi arabi, che promuove la carne sintetica. Ma questo vuol dire – ha sottolineato il presidente dell’associazione che riunisce i grandi nomi dell’agroalimentare italiano – mettere in ginocchio comparti produttivi d’eccellenza. Solo in Italia 100mila famiglie legano il proprio reddito agli allevamenti di carne bovina”.
Impossible Burger 2.0
Intanto, negli Usa la sperimentazione non si ferma. Dopo il primo Impossible Burger messo a punto e lanciato sul mercato nel 2016, è già il tempo dell’Impossible Burger 2.0. La nuova versione, quella premiata a Las Vegas, è stata studiata puntando a un miglior profilo nutrizionale del prodotto, meno calorico, come meno grassi e meno sodio, ottenuto sostituendo le proteine del grano del primo Impossible Burger con quelle della soia e riducendo la quantità di olio di cocco a favore di quello di girasole. Soprattuto, la nuova carne vegetale è stata migliorata per essere usata nei più svariati modi, non solo nella preparazione dei classici burger, ma anche per cotture più casalinghe, come quella a vapore o tramite stufatura. I test di assaggio, conferma l’azienda produttrice, confermano per ora che la strada è quella giusta: la nuova versione non è, infatti, solamente 2.0, ma piace anche molto di più di quella originale. Ora, manca solamente l’approvazione da parte dei consumatori.