Capita a tutti che, dopo aver ascoltato o letto una parola per tante volte di seguito, questa perda il suo significato. E’ quello che sta succedendo con l’espressione “cambiamento climatico“. Al bar questo tema è quasi diventato il nuovo “non ci sono più le mezze stagioni”: “Ho messo la giacca leggera stamattina, a Novembre: è il cambiamento climatico”.
Se ci sono addirittura intere nazioni che politicamente si sono espresse sulla inesistenza degli innalzamenti globali della temperatura, come hanno fatto gli Stati Uniti (che anche per questo non hanno firmato l’accordo di Parigi), dall’altra parte arrivano gli allarmi, le minacce: “Se non agiamo, non ne usciremo bene, anzi”.
Eppure uno degli aspetti del disastro più grande provocato dall’uomo sul Pianeta, come lo ha definito il divulgatore scientifico David Attenborough durante l’ennesimo summit targato Nazioni Unite, tenutosi in Polonia, è direttamente legato alle nostre abitudini alimentari che dovrebbero volgere, come ha spiegato anche la FAO, verso un’alimentazione a base vegetale, ed è la cosa sulla quale già da stasera potremmo fare qualcosa. Non domani, stasera.
“Se non iniziamo ad agire subito, l’estinzione della nostra civiltà così come del mondo naturale così come lo conosciamo, è già all’orizzonte” – Attenborough
Anche Harrison Ford, sempre per parlare di volti noti, ha da poco lanciato un accorato appello, quasi in lacrime, sul tema del cambiamento climatico durante il Global Climate Action Summit, anche se in chiave più politica e anti Trump. Il cuore del suo discorso era facile: “Smettiamola di mettere in secondo piano la scienza e cerchiamo di dar retta a chi sa quello che fa”.
“Agiamo subito”, “Diamo retta a chi ne sa”: eppure piuttosto che cambiare alimentazione già da stasera si preferisce guardare altrove e minimizzare l’impatto delle emissioni dell’industria della carne e dei derivati sul Pianeta.
Un esempio? In riferimento all’annuncio della FDA e della USDA negli Stati Uniti sul via libera ai controlli sulla carne in vitro in Italia si è subito corsi ai ripari e una delle associazioni di categoria più importanti del paese, Coldiretti, ha spiegato che
“La carne in provetta non trova motivazioni dal punto di vista ambientale poiché l’allevamento nel mondo è all’origine appena del 15-18% delle emissioni globali ed è assurdo ignorare che i veri responsabili della crisi climatica in corso sono il settore dei trasporti e quello energetico”.
Nel frattempo le reti nazionali di Stato, promuovono con uno spot pagato da Assocarni, il consumo (“con equilibrio”) di carni rosse perché contribuiscono alla nostra buona salute. Insomma sì, l’allevamento è un problema ma mica poi così tanto, inizi ad interrogare gli “altri”, prof.
E’ chiaro che i trasporti e il settore energetico sono un enorme problema, ma quanto buon senso serve per capire che le operazioni a livello mondiale per diminuire gli impatti ambientali delle aziende e del modo in cui trasportiamo cibo, merci e persone, non sono di certo facili da mettere in pratica quanto cambiare il nostro modo di fare la spesa domani?
Quando lo sentiremo dire forte e chiaro dai grandi testimonial? Tutta questa situazione ricorda molto la favola “I vestiti nuovi dell’imperatore”. Una parte consistente della soluzione è a portata di mano eppure i grandi discorsi e i grandi proclami non affrontano mai apertamente il tema delle scelte alimentari. Tutti hanno “paura” di pronunciare la parole “Dieta a base vegetale” (“Veganesimo” non parliamone nemmeno poi…).
Mentre la Banca Mondiale ha dichiarato, secondo la BBC, che saranno stanziati ben 200 miliardi di dollari in 5 anni per supportare i paesi che agiranno sulla questione del cambiamento climatico, facciamo già una scommessa suquanti di questi soldi saranno investiti nell’educazione alimentare, nel mostrare che, ancora una volta, già da stasera, è possibile prendere parte al cambiamento per salvare il mondo, decidendo di cambiare alimentazione, agendo quindi politicamente per fare in modo che siano le nuove tecnologie sulla carne vegetale, la carne coltivata, quella stampata 3d a dettare le nuove regole dell’industria.
L’imperatore è nudo già da molto tempo e sarebbe ora di dirglielo anche se il clima si sta scaldando.