Esattamente un anno fa l’Indipendent premiò Torino come città perfetta per vegetariani e vegani; il sindaco Chiara Appendino aveva inserito nel programma del Comune, grazie alla collaborazione di Stefania Giannuzzi (ormai ex assessore all’Ambiente), un punto che lasciava sperare benissimo:”Promozione della dieta vegetariana e vegana sul territorio comunale, come atto fondamentale per salvaguardare l’ambiente, la salute e gli animali, attraverso interventi di sensibilizzazione sul territorio”. Probabilmente nel concetto di “promozione”, il “Bistecca day”, non ce lo saremmo aspettati.
I vegani scomparsi e le bugie
Torino è diventata palcoscenico ammiratissimo della “campagna in città”, un giardino dedicato alla buona agricoltura e al buon allevamento, e del “Bistecca day”, una sorta di grande celebrazione dei consumi di carne che “fa bene, è buona, è magnifica”. Sul palco a presentare c’è Elisa Isoardi, giù dal palco e poi su, c’è il suo compagno, il Ministro degli Interni Matteo Salvini che addenta 8 etti di bistecca direttamente da un forchettone. “I vegani non esistono, i vegani cambiano idea, sono sempre meno, gli italiani mangiano più carne”: insomma, la follia che per qualche tempo aveva invaso le menti di qualcuno, il “virus” del vaganismo, ha smesso di circolare, secondo Coldiretti (e chiaramente non è così). Tranquillizziamo il pubblico: si torna alla bella normalità delle tavolate dove nessuno rompe le scatole perché “No, io la carne non la mangio”, si torna all’immagine dell’uomo forte che addenta il cosciotto di carne come nelle immagini dei libri di testo delle scuole elementari. Manca la pelle mammut per vestirsi, ma per il resto l’iconografia c’è.
C’è sempre e solo un problema ed è che chi organizza il bistecca day, chi promuove il consumo di carne, mente ai consumatori, omette in modo colpevole e lo fa da sempre, questi è il solo motivo per il quale si continua a mangiare carne nel nostro paese e nel mondo. Si mente ai bambini mostrandogli asinelli che si lasciano coccolare, piccoli vitelli dagli occhi buoni e portandoli per mano poi allo stand delle salamelle o dei burger, senza raccontandogli la verità, ossia che quello che hanno coccolato pochi istanti prima, adesso è nei loro piatti. Non c’è bisogno di immagini truci (sempre e solo vere) di vitelli chiusi nei box, nutriti con colostro e latte artificiale o provvisti di anelli al naso con spuntoni per evitare che bevano il latte della madre che poi finisce nel formaggio sulla pasta, no, basterebbe dirgli, “Ecco, questo era il vitello, adesso lo stai mangiando“. Forse dire la verità cambierebbe le cose e non lo farebbe solo con i bambini, ma con tantissimi adulti. Forse non con tutti, ma con molti.
L’omissione da milioni di euro
La verità è nascosta perché è scomoda, perché è terribile, perché non è fatta per essere accettata, perché non fa vendere. Eppure della trasparenza, delle etichette sempre più chiare, del “dal produttore al consumatore” ci si riempie la bocca: la filiera è controllata, gli animali stanno bene, il benessere è garantito. Ma è la verità a non essere garantita e non lo sarà mai fino a che chi acquista non deciderà, non certo di diventare vegano (non sia mai…) , ma di sapere come funziona, basterebbe quello. Sperare che il mondo dei consumi diventi 100% vegetale è un’utopia al momento, ma non lo è affatto cercare di fare informazione, perché è solo e soltanto quella che manca.
Non si entra negli allevamenti con le telecamere senza dare un preavviso di mesi e mesi; non si entra nei macelli nemmeno con tutti i preavvisi del mondo. Le immagini sono forti, tremende, nessuno può rimanere indifferente e il rischio è grosso, enorme, vale centinaia di milioni di dollari, centinaia di milioni di euro. Se qualcuno ci prova (e ci riesce, per fortuna), se le associazioni animaliste entrano senza bussare, non solo si creano leggi che possono farli finire in galera come terroristi, ma si investono milioni di euro per creare la contro informazione, si ridicolizza chi fa una scelta diversa, si accusa l’alimentazione vegana di essere pericolosa per la salute, soprattutto per i bambini, anche se è evidente (scientificamente) a tutti che non è affatto così.
Il contrario del “Bistecca Day” non è il veganismo, ma la verità.