Due ospiti inattesi hanno visitato una sede romana di una grande compagnia telefonica negli scorsi giorni: due femmine di ibis, Hannibal e Smudo, si sono fermate a deporre le uova sul davanzale di un balcone dell’edificio.
Il personale dell’azienda ha tempestivamente segnalato la presenza degli esemplari alle guardie venatorie e zoofile del WWF, che a loro volta hanno contattato i volontari dell’ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali) e i referenti europei del progetto di conservazione dell’Ibis (Waldrapp team). La squadra è stata quindi in grado di geolocalizzare gli ibis con precisione, grazie ai trasmettitori GPS di cui sono dotati gli esemplari per il loro live tracking, e ha confermato la loro presenza a Roma Sud.
Le Guardie WWF presenti sul posto hanno monitorato la situazione, raccomandando alle persone dello stabile che ospita la coppia di uccelli di non cercare di interagire con gli ibis né dare loro da mangiare, in modo da non compromettere le possibilità per i due esemplari di essere reintrodotti in natura.
Carlo Aprile, coordinatore delle Guardie volontarie del WWF di Roma, ha ricordato l’importanza della tutela di una specie così a rischio come quella dell’ibis: “Solo pochi mesi fa a pochi chilometri dalla capitale, un ibis è stato ritrovato abbattuto a fucilate. Il bracconaggio in Italia rappresenta per gli ibis, ma anche per tutte le specie protette, una vera e propria minaccia alla conservazione e alla tutela della biodiversità. Per tale ragione continueremo a garantire con lo sforzo di tante volontarie e volontari le nostre attività di vigilanza e di contrasto contro i crimini di natura”.
“In un periodo difficile come quello che stiamo vivendo, la bella notizia di ieri rappresenta un segnale di speranza e di ripartenza“, ha detto Gianluca Catullo, Responsabile Specie e habitat WWF Italia. “Un messaggio che la natura ci lancia chiedendoci un maggiore impegno nel proteggere gli ecosistemi naturali e la biodiversità“. Catullo ha notato inoltre come, proprio nel giorno dell’avvistamento, il WWF ha compiuto 60 anni, quasi a sottolineare l’impegno nei confronti delle specie minacciate di estinzione come l’ibis, che è oggetto di un innovativo progetto che ‘reinsegna’ a questi rari uccelli la rotta migratoria.
Una specie in pericolo
Il Geronticus eremita – questo il nome scientifico dell’ibis – era diffuso secoli fa in Europa, ma poi era scomparso dal continente. Ad oggi, la popolazione mondiale di ibis conta poco più di 500 individui, una cifra davvero critica per un animale selvatico. Per questo motivo è in atto un progetto di reintroduzione finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Life+ e che coinvolge Austria, Germania e Italia. Proprio nella nostra nazione, ad esempio, sono presenti oasi che offrono rifugio e riparo durante lo svernamento, come l’Oasi WWF della Laguna di Orbetello in Toscana o l’Oasi dei Quadris in Friuli Venezia Giulia.
Gli esemplari vengono allevati a mano, cioè abituati sin da piccoli alla presenza dell’uomo, e vengono guidati da velivoli leggeri durante le prime migrazioni, perché le loro rotte non sono innate ma devono essere apprese. Il contatto con gli esseri umani spiega come mai gli ibis non sono spaventati dalla presenza dell’uomo, ma questo non autorizza l’avvicinamento o, peggio ancora, la caccia: dal 2013 sono stati circa una quindicina gli ibis uccisi solo in Italia, e alcuni dei cacciatori coinvolti sono anche andati incontro a procedure giudiziarie.
Ecco perché, nel caso di avvistamenti come quello di Roma, è fondamentale la segnalazione alle associazioni competenti. Anche il Centro Animali Non Convenzionali (C.A.N.C.) di Torino, sempre nella giornata degli avvistamenti di Roma, ha confermato la presenza di alcuni esemplari avvistati nel piemontese, e ha a sua volta consigliato di non disturbare gli ibis e di segnalare eventuali infrazioni ai Carabinieri Forestali.
I soggetti avvistati a Torino sono in migrazione verso la Baviera, e i loro movimenti (come quelli di tutti gli ibis eremita) sono monitorabili grazie ai GPS. Anche i cittadini possono contribuire a segnalare eventuali avvistamenti tramite l’applicazione Animal Tracker, che raccoglie i dati e li registra su un database internazionale. Ogni contributo è prezioso per la salvaguardia di questi uccelli tanto insoliti quanto affascinanti.
In apertura: gli ibis eremita sul davanzale dello stabile a Roma (Foto: ENPA)