Caio ed Elisabetta sono una coppia di posate (rispettivamente un cucchiaio e una forchetta) un po’ tristi: da un anno sono chiusi in un cassetto senza che nessuno li usi mai. Questo perché, per errore, sono finiti nel cesto da pic nic della famiglia Di Fretta, che è sempre triste, non cucina mai niente e mangia solo cibi pronti e confezionati davanti alla tv, senza nemmeno usare le posate. Rimpiangono la famiglia Perbene, i loro vecchi proprietari, che invece cucinavano sempre tante prelibatezze ed erano allegri e in salute.
Sono loro i protagonisti dell’opuscolo rivolto ai bambini (ma anche ai loro genitori) “Metti in tavola la salute“, scritto dalla dottoressa Silvia Goggi, medico nutrizionista, esperta di alimentazione 100% vegetale e di educazione alimentare nell’infanzia. Il libretto, distribuito da AgireOra Edizioni, può essere scaricato sul sito con una piccola donazione e ha lo scopo di educare i bambini al consumo di alimenti vegetali attraverso una storia illustrata ricchissima di consigli preziosi. Non mancano anche le ricette, tutte 100% vegetali, che invitano i bambini a cucinare insieme agli adulti, per provare magari anche alimenti con i quali hanno poca (o nessuna) confidenza. L’opuscolo è a cura della Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana (SSNV) e viene anche distribuito gratuitamente per iniziative nelle scuole a insegnanti, genitori e attivisti.
1 -Frutta e verdura sono alla base (ma segui il calendario!)
Caio ed Elisabetta ricordano con nostalgia il frigorifero della famiglia Perbene: un arcobaleno fatto di frutta e verdura fresche, che non mancavano mai a ogni pasto della famiglia, ma anche come snack per gli attacchi di fame tra un pasto e l’altro. Importantissime per fare il pieno di vitamine e sali minerali, non devono mai mancare nell’arco della giornata ma attenzione: è importante variare il più possibile la frutta e la verdura che si mangia (scegliendole anche in base al loro colore), prediligendo sempre quella di stagione ma tenendo a disposizione anche pomodori secchi, capperi, olive ed erbe aromatiche secche per aromatizzare le varie preparazioni.
2 – Cereali: sono solo riso e pasta
A casa della famiglia Perbene un intero scaffale della cucina era occupato dai cereali, fonte importante della “benzina” del nostro organismo, i carboidrati: pasta e riso integrali (più ricchi di ferro e di vitamine rispetto alla loro versione raffinata), ma anche una varietà di altri cereali in chicco davvero notevole! La signora Perbene, per esempio, amava preparare insalate fredde e calde con orzo, avena e segale, lasciandoli a bagno qualche ora prima della cottura. Con la quinoa, l’amaranto e il miglio, invece, preparava spesso delle polpette e degli sformati per tutta la famiglia; immancabili sulla loro tavola erano anche il grano saraceno e il mais.
3 – Non dimenticare i legumi
I legumi secchi erano una parte importante dell’alimentazione della famiglia Perbene, che li metteva a bagno la sera prima di cuocerli in modo che fosse più facile assorbire il ferro e il calcio di cui sono ricchi. Fonte importante di proteine, la famiglia Perbene li consumava ogni giorno sotto forma di polpette, insalate, creme e zuppe: fagioli, lenticchie, piselli, fave, ceci ma anche la soia (intera o sotto forma di tofu, tempeh o latte), che contiene da sola tutti gli amminoacidi necessari per costruire le proteine.
4 – Frutta secca e semi: i grassi buoni che danno energia
Caio ed Elisabetta ricordano che la famiglia Perbene non mangiava la frutta secca solo nel periodo di Natale, anzi: ogni giorno i bambini di casa ne portavano una manciata come merenda a scuola e la signora Perbene la utilizzava quando era di fretta per creare ottime creme per condire la pasta. Ma accanto ai contenitori colmi di frutta secca come noci, mandorle, nocciole, arachidi e pistacchi ce n’erano altrettanti pieni di semi oleosi: chia, sesamo e lino, ma anche girasole e zucca per fare il pieno di grassi “buoni”.
5 – Olio di oliva: il condimento migliore
Per finire, Caio ed Elisabetta ricordano come i loro vecchi proprietari utilizzassero per condire i loro piatti solo olio extravergine di oliva, utile perché è una fonte solo di grassi “buoni”. Nessuna menzione, invece, ad altre tipologie di olio, che sarebbe meglio non utilizzare frequentemente e come condimento.