È stato a inizio luglio del 2020 che, durante la prima ondata di pandemia, tra le strade di Pordenone nel quartiere di Torre, è apparsa dipinta su un muro la figura di un cagnolone dalle dimensioni spropositate: circa 30mq. Così l’artista ferrarese Giulio Masieri, di adozione torresana, ha restituito vita alla città realizzando l’opera di riqualificazione artistica del palazzo che ospita la storica Tipografia Bianchettin. Da quel momento, con la scoperta del cane “Ettore”, che sta per “È Torre”, l’arte di Masieri è divenuta un fenomeno social inarrestabile e i suoi “animali giganti” hanno fatto il giro del mondo.
Giulio Masieri dagli affreschi ai murales
Giulio Masieri dipinge sui muri da 25 anni, è un affrescatore esperto nel realizzare decorazioni in stile tardo-rinascimentale e Barocco e dopo aver frequentato l’Istituto d’arte e aver lavorato a lungo all’estero, ha lavorato per marchi importanti quali Disney, Kenzo e per personalità importanti com il presidente del Kazakistan. Nel 2015 poi ha iniziato a sperimentare nuove modalità di fare arte dando vita al progetto Audiopaint (9 anni per realizzarlo): dietro una tela nera ha posizionato leve sonanti che, dipingendo, danno vita a melodie inedite.
Tuttavia l’idea di realizzare gli animali-murales è nata in pieno lockdown, quando lui, come tutto il resto del mondo, si è dovuto fermare. Da quel momento il suo lavoro, nonché la sua passione, si è trasformato in un vero e proprio progetto di rivalutazione urbana. Ha iniziato a popolare la città deserta di animali prima tramite dei fotomontaggi pubblicati su Facebook e poi dal “vivo”, dopo aver chiesto il permesso al suo condominio, realizzando il primo animale: un grosso gatto sdraiato sulla parete del suo garage.
Il suo obiettivo sin da subito è stato quello di riportare colore e vita tra le strade di Pordenone, e soprattutto di rimarcare l’importanza della vita animale non solo nei boschi ma anche all’interno delle città. Vicini e concittadini sono accorsi per ammirarlo, e le foto sui social sono circolate a una velocità tale che da tutta Italia in tanti sono arrivati a fotografare il felino. E poco dopo il primo dipinto l’associazione culturale di Torre ha deciso di commissionare all’artista nuove opere per un totale di 15, da dividere in tappe: ad oggi infatti esiste una mappa con dei percorsi segnati da seguire per vedere le opere una dietro l’altra tra le quali la coppia di barbagianni, il dobermann e il cerbiatto.
L’ispirazione durante la pandemia
L’arrivo della pandemia di Covid-19 e, per la precisione, il giorno di Pasqua del 2019, sono stati di vera ispirazione per l’artista non solo perché è tornato a dipingere, all’aria aperta e riprendendo contatto con la vita reale, ma anche per il fenomeno della natura rifiorita in seguito allo svuotamento delle città. Questo dettaglio non lo ha lasciato indifferente e con i suoi fotomontaggi prima e i dipinti dopo, Masieri ha voluto dare voce agli animali, ai quali stiamo rubando spazio sempre di più, e agire con un prezioso intervento di riqualificazione di alcune zone della città.
Invitare gli esseri umani a “ridimensionarsi” non è solo un gesto di amore verso quello che ci circonda, ma anche un modo per condividere un messaggio forte e chiaro: anche una piccola (gigante) ape, è preziosa per noi e per l’intero ecosistema, e dovremmo prenderne atto una volta per tutte.
L’associazione culturale di Torre così, oltre a riconoscere la grandezza del suo artista, ha dato vita al progetto AnimaLe Vie per coinvolgere non solo i cittadini ma anche altri artisti a portare la bellezza degli animali tra le strade di Pordenone, che ora è conosciuta nel resto d’Italia come la città degli animali giganti.