In Cina si chiamano wenwan: sono gioielli o oggetti da collezione che rimandano ad uno status sociale alto, una sorta di simbolo della cultura ricca di gusto e del successo personale. Il problema è che questi piccoli manufatti sono realizzati quasi sempre con elementi di origine animale: ossa, corni e persino pelle. L’ultima moda pare essere quella di realizzare piccole perle da colore rosso sangue con la pelle degli elefanti. Un nuovo tipo di monile che pare essere sempre più ambito e il cui commercio, illegale, sta dilagando.
Una scoperta davvero amara
Nell’inchiesta “Skinned” la Elephant Family, organizzazione non governativa con sede a Londra che si occupa della salvaguardia degli elefanti asiatici, racconta con orrore la scoperta di questo nuovo tipo di bracconaggio illegale legato alla cattura e allo scuoiamento degli elefanti, siano essi maschi, femmine, adulti o cuccioli. Questo nuovo mercato parallelo è stato messo in luce quasi per caso, mentre la Ong stava indagando sulle problematiche di convivenza esistenti in Asia fra elefanti e uomini. Una scoperta terribile che ha messo in luce come in pochissimi anni, dal 2014 ad oggi, gli animali trovati uccisi e macellati nelle foreste per la loro pelle siano aumentati in modo esponenziale, passando da pochi esemplari a quasi 50 (solo fra quelli individuati).
Dopo aver avvistato la punta dell’iceberg, Elephant Family ha iniziato la propria indagine addentrandosi nei meandri del commercio online e dei forum, grazie ai quali è riuscita a risalire alla probabile “inventrice” di questo sistema di lavorazione della pelle di elefante che, come raccontano nel loro report, va molto fiera del suo sistema. La donna, chiamata “Jaz” con un nome di fantasia sulla documentazione, non solo mostra alcune fasi della lavorazione della pelle di elefante, ma ha iniziato a vendere online anche la pelle grezza per il mercato cinese dato che in molti pare vogliano provare a fabbricare queste perle rosso sangue per conto proprio.
Questi monili, venditi a circa 35 dollari l’uno, possono essere sia grezzi che traslucidi e di un intenso colore rosso dato, come è facile immaginare, dai vasi sanguigni presenti immediatamente sotto l’epidermide degli animali. Veri e propri gioielli di sangue, quindi, macabri quasi tanto quanto quei wenwan realizzati con ossa di tigre, corna di antilope o, nuovamente, con avorio tratto dalle zanne degli stessi elefanti. Parallelamente al commercio delle perle, ecco il commercio della polvere tratta dalla stessa pelle che parrebbe curare gran parte dei disturbi legati al sistema digestivo umano. La polvere di elefante è, però, una sorta di prodotto “collaterale” dato che può essere realizzato anche con gli scarti oppure dalle perle che non hanno una buona forma.
La provenienza di questi prodotti è stata individuata da Elephant Family in tre zone: Myanmar, Laos e Cina ma non è chiaro, invece, dove avvenga la lavorazione del materiale, anche perché a giudicare dalle informazioni, pare si tratti ancora di metodologie casalinghe, gestite però con sistema commerciale ben sviluppato.
Secondo le stime della Ong al momento in Asia sono presenti poco meno di 50mila esemplari di elefante, il che rende questa specie particolarmente a rischio di estinzione: secondo l’inchiesta basterebbero 60 anni per veder sparire questi meravigliosi mammiferi dalla faccia della terra e l’orribile novità di questo commercio legato ai gioielli, sembra essere più pericoloso del previsto.
La preoccupazione principale di Elephant Family è che il contrasto a questo tipo di nuovo bracconaggio non arrivi abbastanza alla svelta, come già accaduto in passato per situazioni simili, nonostante questo “trend” paia essere in rapida crescita sostenuto da una diffusione online nascosta basata sul passa parola. Più interesse attorno ai monili significherebbe un aumento della richiesta di pelle di elefante e, di conseguenza, degli episodi di bracconaggio.
Per il momento la Ong chiede solamente di diffondere il più possibile le informazioni della propria inchiesta in modo da generare una discussione internazionale nel più breve tempo possibile.