Vegolosi

I ghiaccioli fatti di acqua inquinata, la provocazione da Taiwan

Estate uguale caldo uguale ghiaccioli. Ma se ai tradizionali gusti limone e menta si affiancassero dei ghiaccioli realizzati con le acque inquinate di Taiwan? Si chiama Polls Waters Popsicles il progetto provocatorio di tre studenti della National Taiwan University of Arts per porre l’attenzione sul problema, serissimo, dell’inquinamento delle acque del paese.

Incartati con tanto di bastoncino di legno come comuni ghiaccioli ma in realtà contenenti immondizia e varie sostanze pericolose, queste opere congelano (in tutti i sensi) il contrasto tra ciò che simboleggiano (allegria, estate, vacanze, spensieratezza) e la loro sostanza (fatta di plastica, metalli, veleni come arsenico e mercurio).

Sono 100 i luoghi (laghi, porti, fiumi) in cui queste acque torbide sono state raccolte per dar vita ad altrettanti disgustosi tipi di ghiaccioli realizzati nel metodo più tradizionale (tramiti classici stampini) ma ricoperti di resina affinché non si sciolgano mai. Ogni confezione riporta infine l’indicazione del luogo di origine dell’acqua in un packaging esteticamente attraente (del resto oggi l’apparenza è tutto, pazienza se la qualità sotto sotto è pessima).

In effetti, per via della sua rapida crescita industriale ed economica, Taiwan, negli ultimi decenni, ha assistito a un aumento spaventoso dell’inquinamento ambientale; ma questa piaga si può facilmente estendere a tutto il resto del mondo: “I ghiaccioli di acqua contaminata ci costringono ad affrontare i problemi insidiosi della quotidianità che percepiamo come innocui“.

Se nella società dell’immagine le icone (meglio se seriali e ripetitive alla Andy Warhol) sono il metodo di comunicazione più efficace, una fila infinita di ghiaccioli tossici, ma apparentemente innocui e sgargianti, hanno il potere di lanciare un messaggio forte – soprattutto a ragazzi e adolescenti -, senza scioccarli.

Plastica negli oceani, a 21anni Boyan pronto a cambiare il pianeta