La maggioranza è schiacciante: 558 favorevoli, 37 contrari e 85 astenuti. È con questi numeri che nella giornata del 10 giugno è stata approvata dal Parlamento europeo una risoluzione che esorta la Commissione europea a mettere al bando le gabbie negli allevamenti entro il 2027, garantendo agli oltre 300 milioni di animali rinchiusi ogni anno una qualità di vita lievemente migliore. La risoluzione prevede anche che tutti prodotti presenti sul mercato dell’Unione Europea, compresi quelli importati, dovranno essere provenienti da realtà senza gabbie, e sottolinea la necessità di stanziare fondi per sostenere gli allevatori nella transizione dei propri stabilimenti per ottemperare ai nuovi standard.
Ben 21 le associazioni italiane che negli ultimi hanno sostenuto “End the Cage Age“, questo il nome dell’iniziativa nata dal basso, dando voce agli oltre 1,4 milioni di europei favorevoli. Tra queste Animal Equality, CIWF Italia, Confconsumatori, ENPA, LAV e molte altre, che si sono dichiarate soddisfate dell’attenzione riservata dal Parlamento europeo nei confronti dell’istanza.
I prossimi passi
La decisione spetta ora alla Commissione Europea, a cui è stata sottoposta anche la proposta di vietare l’alimentazione forzata di anatre e oche per produrre foie gras, nonché una revisione della legislazione europea in materia di benessere animale: è stato richiesto infatti che la revisione venga accelerata e sia completata entro il 2022 anziché il 2013 come previsto, in modo che il divieto delle gabbie sia introdotto entro la fine del mandato dell’attuale Commissione (2024).
La Commissione prevede di raggiungere un verdetto e proporre la nuova legge entro il 30 giugno, dopodiché spetterà al Consiglio europeo l’approvazione definitiva.
La situazione attuale
Sul sito dell’iniziativa End the Cage Age si può trovare una panoramica della situazione attuale delle gabbie negli allevamenti degli Stati membri. Il Paese più vicino alla totale eliminazione delle gabbie è l’Austria, in cui solo il 3% degli animali allevati a scopi alimentari (corrispondente a 232.551 animali) è rinchiuso in gabbia. L’Italia si posiziona a circa metà classifica, cioè al 15° posto, con il 68% (43.854.804) di animali tenuti in gabbia.
La strada, quindi, è ancora lunga, ma le prospettive sembrano essere buone, soprattutto considerando che la risoluzione era stata presentata dai cittadini: si tratta infatti di una ECI (European Citizens’ Initiative) che è riuscita a raggiungere “i piani alti” dell’Unione Europea, la quale ora non può più permettersi di ignorare l’istanza.
L’eurodeputata italiana Eleonora Evi, co-presidente del gruppo di lavoro del Parlamento europeo sull’allevamento senza gabbie, ha dichiarato: “Con questa risoluzione inviamo un messaggio inequivocabile alla Commissione europea, che ora deve presentare una proposta legislativa per porre fine all’era delle gabbie e permettere una transizione verso metodi di allevamento più umani, sostenibili e sani in tutta l’UE“.
Foto in apertura articolo: Compassion in World Farming