Quando si dice che la vera politica si fa con il carrello, si dice la verità. La pressione mediatica sul tema della crudeltà inaudita che si cela dietro la produzione del famoso foie gras (“fegato grasso”), sta ottenendo i suoi risultati. L’ultimo in ordine di tempo, annunciato dall’associazione Essere Animali è quello sulla catena Eataly che, attraverso il suo ufficio stampa, Simona Milvo, ha dichiarato:
“Riguardo al foie gras siamo in esaurimento scorte e abbiamo scelto di bloccare gli ordini”
Una bella vittoria o, più che altro, un segnale importante. Eataly è stato dichiarato, infatti, come uno dei 25 marchi più influenti del mondo dalla rivista Forbes, e l’augurio è che questa influenza possa presto diventare un’onda che colpisca tutte le catene della grande distribuzione. All’appello delle associazioni avevano già risposto Pam Panorama e Coop, qui il fegato grasso non si vende più.
L’alimentazione forzata per oche e anatre, pratica che garantisce l’aumento delle dimensioni del fegato di questi animali, un fegato ammalato che viene poi venduto come prelibatezza, è stata dichiarata “nociva per il benessere animale” anche dal Comitato Scientifico Veterinario dell’Unione Europea.
Le immagini degli allevamenti di oche e anatre, costrette a stare ferme, senza poter nemmeno aprire le ali, in gabbie di metallo, e nutrite con un tubo che viene loro cacciato in gola dagli addetti degli allevamenti, hanno fatto il giro del mondo e le reazioni delle persone sono unanimi: “Non è necessario, se ne può fare decisamente a meno”. Sappiamo bene che non è l’unico alimento di cui, per il benessere e la giustizia nei confronti degli animali, si potrebbe decisamente fare a meno.