Le favole aiutano a vivere meglio e così un classico dei fratelli Grimm, “Il lupo e i sette capretti“, è stato rivisitato per ottenere un finale che non prevede la morte né dei sette cuccioli né del famelico e “cattivissimo” lupo. Lo ha fatto la scrittrice e illustratrice Francesca Pirrone, che ha realizzato per la collana “Dei Piccoli” di Terra Nuova Edizioni il volume “Il lupo vegetariano e i sette capretti”.
Nella versione originale il crudele predatore escogita un modo molto furbo per poter divorare i sette capretti: ne mangia solo sei perché il più piccolo riesce a nascondersi. Il cucciolo sopravvissuto e la sua povera mamma riescono a ritrovare il lupo cattivo e aprono il suo ventre, mettendo in salvo gli altri capretti divorati interi e quindi ancora vivi nella pancia del lupo, il quale poi muore cadendo in acqua con la pancia gonfia ma vuota. In questa nuova versione il lupo è sempre feroce ma viene convertito al vegetarianesimo dai capretti, che evitano di essere mangiati spiegando al predatore che le verdure dell’orto sono più buone.
Abbiamo raggiunto Francesca Pirrone che ci ha raccontato cosa c’è dietro questa idea e questa “rivoluzione veg” nella fiaba dei Grimm.
Come nasce l’idea di una favola veg?
L’idea è nata da un progetto precedente. Questa storia mi è sempre piaciuta, la raccontavo ai miei figli e avevo deciso di illustrarla. Mentre lo facevo, sarà per la maturità, per il cambiamento ideologico, questa favola mi è sembrata piuttosto crudele. Il voler bene agli animali è un elemento che fa parte di me e quindi ha influito sull’opinione che ho di questa favola. È una storia abbastanza forte, ho iniziato a vederla con occhi diversi. La mia casa editrice mi ha proposto di cambiarla e io ho accettato ben volentieri.
Com’è la tua alimentazione? Veg oppure onnivora?
Mangio pochissima carne ma sto cercando di eliminarla, sono sicura che non mangiare carne faccia bene. Ho tre figli vegetariani quindi conosco bene questo mondo.
Come reagivano i tuoi figli alla lettura della favola dei fratelli Grimm?
Rimanevano un po’ basiti nel momento in cui si raccontava dei capretti che si muovevano nella pancia. Di fatti, nei libri illustrati è difficile trovare un’immagine di quel momento, in genere si illustra o il prima o il dopo: è un’immagine molto crudele.
Qual è il messaggio che vuoi trasmettere col tuo progetto?
Sicuramente quello che l’alimentazione è fondamentale e che non bisogna abusarne. Oggi si abusa un po’ di tutto. In primis la carne, le viene dato un ruolo eccessivo nell’alimentazione di oggi. Si può vivere benissimo anche senza mangiarla.
Pensi sia più facile fare un discorso di questo tipo ai bambini, piuttosto che ai grandi?
Penso di sì. Il bambino è un essere in fase di formazione. Gli adulti li plasmano, sta a loro farlo nel modo migliore, ma il bambino è il risultato degli insegnamenti dei genitori, della scuola, della società, quindi gli si può dare un’educazione diversa. I bambini amano gli animali, dalla tavola può partire un vero cambiamento del mondo. La tavola è condivisione, non solo di cibo ma anche di affetto, quindi il cibo è importantissimo per questo scopo.
Perché hai scelto un classico e non hai provato a scrivere una favola originale?
Proprio perché volevo fare un “cambiamento”, il classico si può cambiare, si può aggiornare. Spesso le favole, anche quelle dei Grimm, sono un po’ inquietanti basandosi su tradizioni popolari con gli animali feroci, quindi si possono aggiornare in base a quelli che sono gli spunti della società. Non penso che il mio progetto sia un torto al classico e all’originale: è un modo nuovo di raccontarlo, il lupo uccide perché deve mangiare ma allo stesso tempo merita rispetto anche lui. Ecco perché l’ho cambiato.
Hai già avuto dei feedback sulla fiaba?
Io l’ho regalata ai figli delle mie amiche. Una di loro mi ha raccontato che sua figlia aveva paura dei lupi perché la nonna, che le racconta le favole, le ha trasmesso l’idea del “lupo cattivo che mangia i bambini”. Uno scherzo, per carità, ma la bambina aveva paura dei lupi e non riusciva a dormire bene. L’altro giorno, dopo il mio regalo, mi ha detto: “Grazie perché adesso dorme tranquilla, vuole che io le legga la tua favola tutti i giorni e si addormenta con serenità”.
Hai già in mente di trasformare in chiave veg altre favole?
L’idea mi è venuta, volevo provare a modificare altre favole, in primis “Cappuccetto Rosso”, ma l’idea è più complicata e devo pensarci ancora bene.