Nessuna buona notizia per gli animali nel mondo. Il periodo analizzato dalla FAO e dalla Organisation for Economic Cooperation and Development per il report Agricultural Outlook è quello che va dal 2018 fino al 2027 e oggetto delle previsioni sono i consumi e la produzione di cibo nel mondo. Nessuna raccomandazione o linea guida, per ora, solo dati che, però, non sono per nulla incoraggianti.
Cosa succede?
Secondo il report presentato il 3 luglio scorso a Parigi nella sua quattordicesima edizione, la crescita demografica inizierà a rallentare la sua corsa e con essa anche le richieste di derrate alimentari. Il vettore principale di questo fenomeno è rappresentato dalla Cina, in particolare sul tema del consumo di carne. Che cosa significa questo in parole semplici? Che il boom cinese (affiancato da quello americano) della richiesta di carne negli scorsi anni ha costituito il principale motivo dell’incremento del 1.2 % della produzione, ma in futuro, secondo le previsioni, l’incremento mondiale dei consumi di carne aumenterà, sì, ma con maggior lentezza (+15%) con picchi del 28%per i paesi in via di sviluppo ed in particolare dell’Africa subsahariana.
Insomma, si produrrà e si mangerà più carne nei prossimi anni ma con stime meno alte di quelle che avrebbero potuto esserci seguendo il trend analizzato nella decade di analisi precedente (2006-2017). Nel dettaglio, secondo FAO e OECD, la carne di pollo, da sempre meno costosa, vedrà un aumento dei consumi del 5,5% mentre le carni di manzo e vitello vedranno un aumento del 3,5%.
L’Europa
Un dato interessante è quello riferito all’Europa, per la quale l’aumento del consumo di carne è stimato solo in uno +0,4% e, si legge nel report, questo dato “riflette la diminuzione del consumo di carne a livello domestico registrato nel precedente periodo”. Insomma, l’Europa non partecipa, se non in minima parte, all’aumento dei consumi e della relativa e consequenziale produzione di carne.
Aumentano i consumi e diminuiscono i prezzi
Altro dato allarmante è quello relativo al crollo dei prezzi soprattutto per i prodotti lattiero caseari e per la carne. Secondo le stime del report la carne di manzo sarà quella che subirà la diminuzione maggiore, seguita da quella ovina e di pollo. Anche il settore lattiero caseario non vedrà panorami migliori con un picco negativo sul burro. Unico prodotto che si stima potrà subire un innalzamento del prezzo sul mercato è il latte in polvere.
Latte e formaggi: aumento dei consumi e nuovi “re”
Sul tema “latticini e derivati” arrivano altri dati poco rassicuranti. Si stima che, a livello mondiale, la crescita dei consumi si attesterà intorno al 22% , trainata da India e Pakistan; la FAO prevede che nel 2027 questi
due paesi rappresenteranno congiuntamente il 32% della produzione mondiale di latte, mentre l’Unione Europea aumenterà la proprie esportazioni per una percentuale che andrà dal 27 al 29%.
Pesce e pesca
La produzione ittica mondiale continuerà a crescere, anche se ad un ritmo molto più lento rispetto all’ultimo decennio. La produzione aggiuntiva deriverà completamente da un impiego continuo ma rallentato dell’acquacoltura (allevamenti intensivi di pesce), mentre si prevede un leggero calo della produzione ittica da cattura. Nei paesi asiatici si registrerà un aumento del 71% del consumo di pesce e a livello mondiale il consumo pro capite aumenterà fatta eccezione per il continente africano. Il pesce e i prodotti ittici continueranno ad essere oggetto di forti scambi commerciali e sempre i paesi asiatici continueranno ad esserne i principali esportatori per il consumo umano mentre i paesi dell’OCSE ne rimarranno i principali importatori.