Il 2015 sarà, infatti, anche l’anno stabilito dalle Nazioni Unite per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. Per questo, con il manifesto, le associazioni chiedono che durante i sei mesi dell’Expo di Milano sia organizzato un forum, una “assemblea dei popoli”che “possa discutere delle politiche di sviluppo e di lotta alla povertà e far giungere a tutti i governi riuniti alle Nazioni Unite le proposte della società civile e dei popoli del mondo”. Un luogo reale di incontro e confronto dal quale emerga un documento condiviso a livello internazionale che costituisca il vero lascito culturale dell’Esposizione Universale.
“È la prima volta che ci si concentra sul tema dell’alimentazione e dell’agricoltura. È un’occasione che non possiamo perdere”, spiega Chiara Pirovano, di Wwf Italia, socio promotore dell’Expo dei Popoli. “L’Expo non dovrebbe essere un evento commerciale, ma un momento utile a rappresentare tutta una serie di contenuti sul tema scelto. Vorremo che il forum coinvolgesse tante realtà internazionali perché – spiega – possa scaturire un documento, il più possibile condiviso a livello globale, che rappresenti la voce sul tema del cibo della società civile, in modo particolare di quella del Sud del Mondo”.
Le associazioni firmatarie del manifesto hanno avviato un’interlocuzione con le istituzioni che sovrintendono all’organizzazione dell’evento e si sono impegnate a lavorare perché alcuni temi divengano parte integrante del percorso ufficiale verso l’Expo. È il caso della sottolineatura del diritto al cibo come diritto fondamentale sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, ma anche delle questioni relative all’impatto sul clima, alla biodiversità e alla sostenibilità dell’agricoltura, alla speculazione finanziaria sul cibo e all’impiego di metodi di produzione sostenibili. “
“Sarà fondamentale riuscire a coniugare le tematiche globali con quelle locali”, prosegue Pirovano. Per questo il manifesto chiede anche che l’Esposizione possa diventare la vetrina di tutte le best practise in tema di alimentazione, a partire da quelle locali messe in campo in Italia e nel milanese da cittadini, piccoli produttori, università e grande distribuzione. Dai mercati contadini, alla ristorazione a chilometro zero, dai gruppi di acquisto solidale agli orti comunitari e scolastici fino ai percorsi educativi sul diritto al cibo e contro lo spreco alimentare. “Sostenere e diffondere le buone pratiche è fondamentale in un’ottica di coscienza civile perché – sottolinea Pirovano – spesso non c’è consapevolezza dell’impatto derivante dalle proprie scelte alimentari”.
Milano, ribadiscono le associazioni, non potrà farsi trovare impreparata: “L’appuntamento del 2015 – conclude il manifesto per l’Expo dei Popoli – dovrebbe vedere la nostra città e il nostro Paese protagonisti consapevoli di un auspicabile ruolo guida nel cambiamento degli stili di vita e di produzione, di consumo di suolo e di mobilità, a partire dall’analisi e valutazione dei bisogni del territorio circostante, per promuovere il progresso civile, riducendo squilibri, conflitti e povertà”.
Silvia De Bernardin