Domani, 23 Febbraio 2017, il Governo italiano voterà sull’approvazione del “Piano lupo”, una serie di norme che hanno l’obiettivo di trovare una soluzione al problema di convivenza fra attività economiche agricole e di pastorizia e la presenza di branchi di lupi che, a detta di pastori e agricoltori, costituiscono con le loro incursioni, un vero e proprio danno economico. Una delle soluzioni prevede l’abbattimento di un 5% della popolazione totale dei lupi sul nostro territorio.
Mentre qualche settimana fa la consulta delle Regioni aveva dato prima il suo “Sì” tecnico e poi un “No” politico, adesso la decisione sarà definitiva ma nel frattempo il Ministro dell’Ambiente Galletti è nuovamente intervenuto sulla vicenda durante una seduta alla Camera: “L’abbattimento è previsto in gran parte dei Paesi europei, siamo noi che siamo indietro” ha detto il ministro – Chi respinge questo Piano – prosegue Galletti – sta facendo in modo che la caccia al lupo resti aperta. Il problema sono quei 250-300 lupi che ogni anno vengono ‘bracconati‘. Questo perché oggi manca un equilibrio nella convivenza tra attività economiche, lupo e uomo”.
Sono però davvero molte ed autorevoli le voci che si sono levate contro questo piano, prima fra tutte quella della Lega Anti Vivisezione (Lav). Il presidente Gianluca Felicetti ha spiegato ai nostri microfoni: “Inizino a eliminare la proposta di abbattimento, poi ne riparliamo. Ci sono molte altre alternative per rendere armoniosa la convivenza fra lupi e uomo sul territorio”. Metodi raccontati bene anche dall’etologo Roberto Marchesini: “L’uso di recinti o di pastori abruzzesi sono il metodo più antico e più funzionale“. Abbatterlo inoltre creerebbe, a detta delle associazioni animaliste, un precedente, un segnale negativo ai bracconieri che, recependo il messaggio del “Sì all’abbattimento controllato”, percepirebbero una svalutazione della specie “lupo”, sentendosi maggiormente autorizzati ad intervenire. Galletti ha risposto su questo piano: “Questo Piano ha una valenza scientifica forte. La situazione così non la lascio, perché è indecorosa”. Ora la parola passa in mano al Governo.