Si chiamava Desmond Doss ed era vegetariano: fu il primo obiettore di coscienza della storia a ricevere la Medaglia d’Onore del Congresso, la più alta onorificenza al valore militare degli Stati Uniti. Una storia straordinaria la sua, quella di un ragazzo che nel bel mezzo della seconda guerra mondiale si arruolò volontario come medico per curare i feriti sul campo di battaglia, senza aver mai preso in mano un’arma neanche durante l’addestramento.
Un uomo fuori dal comune
Gli appassionati di cinema forse ricorderanno il suo nome per via della pellicola di Mel Gibson – candidata agli Oscar con 6 nomination l’anno scorso – intitolata “La battaglia di Hacksaw Ridge”. Il film racconta proprio la storia di un soldato americano così radicato nelle proprie convinzioni etiche e religiose da rifiutarsi non solo di uccidere i nemici, ma anche di cibarsi di carne e perpetrare qualsiasi forma di violenza nei confronti di ogni essere vivente.
Sebbene alcuni aspetti della via di Desmond appaiano romanzati nel film, quel che traspare con chiarezza è il vero e profondo attaccamento al culto della Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno (che vieta categoricamente l’uso di armi e della violenza), e il coraggio dimostrato in guerra ai limiti dell’incredibile. Non solo Desmond curò le ferite dei compagni in occasione della sanguinosissima battaglia contro i giapponesi presso la scarpata di Maeda, ma, di fronte al nemico che incombeva – costringendo così l’esercito americano alla ritirata -, Doss fu l’unico a tornare indietro, per recuperare i soldati feriti che erano ancora in vita.
Come lui stesso ha raccontato in un’intervista, era la sua incrollabile fede a dargli la forza per cercare ancora e ancora, facendosi largo tra i cadaveri, sempre più uomini da trarre in salvo: “Please Lord, help me get one more” (Dio ti prego fammene trovare un altro) era il monito che si ripeteva ogni volta che miracolosamente riusciva a trascinare al sicuro un soldato.
Feriti, quelli salvati da Desmond, non solo appartenenti all’esercito americano: testimonianze parlano infatti di soldati nemici le cui ferite furono medicate con bende date in dotazione all’esercito degli Stati Uniti e che venivano calati in salvo con delle corde lungo la scarpata di Maeda a mani nude.
Quegli stessi soldati che fino a quel momento lo avevano sbeffeggiato e isolato per il suo comportamento considerato vigliacco e poco consono alla vita militare (ad esempio Desmond osservava il riposo durante il sabato, cosa che veniva vista dai commilitoni come rifiuto al lavoro, pigrizia, svogliatezza) ora gli dovevano la vita.
Non si sa con precisione quanti siano stati i soldati salvati da Desmond in quell’occasione: egli sostenne, in seguito, di aver salvato cinquanta uomini, ma essendo una persona profondamente umile e modesta, quasi sicuramente la cifra da lui dichiarata è inesatta tanto che il suo capitano, invece, affermò che ben cento uomini furono riportati in patria da Okinawa.
Amore per gli uomini, amore per gli animali
In una scena del film il soldato Smitty offre a Desmond il rancio durante una pausa notturna dai combattimenti ma lui lo rifiuta dicendo che non mangia carne. Questo aspetto è vero: Desmond Doss era vegetariano e per coerenza praticava i principi della non violenza e del pacifismo in ogni aspetto della vita, anche nell’alimentazione. Per questo nel 2017 la PETA gli ha dedicato un riconoscimento postumo (Hero to Animals Award – Desmond è morto nel 2006 all’età di 87 anni), il giorno del suo compleanno, per rendere onore a una vita spesa in nome della pace e del rispetto per tutte le creature viventi.
Quando il 12 ottobre del 1945 Doss ha ricevuto alla Casa Bianca la Medaglia d’Onore, stringendogli la mano, il presidente Truman ha affermato: “Sono fiero di te. La meriti davvero. Lo considero un onore più grande che essere Presidente”.
La storia di Desmond colpisce non solo per la sua potenza morale, ma perché testimonia quanto il senso di empatia nei confronti degli animali sia collegato e interconnesso con quello verso gli altri esseri umani: come l’antispecismo afferma, la violazione della libertà personale e dell’uguaglianza perpetrata nei confronti di un animale non umano è la stessa che viene attuata nei confronti di una minoranza appartenente alla propria specie, che si tratti di una donna, di un malato o un disabile, di una persona con un colore di pelle diverso. Parimenti, chi fin da piccolo dimostra sensibilità e compassione per la vita in tutte le sue forme, sarà meno incline a fare del male ai propri simili e più predisposto alla solidarietà e all’aiuto: non è un caso che Desmond non mangiasse carne.
La storia di questo eroe straordinario è stato oggetto anche di un documentario di Terry Benedict, tradotto in italiano e qui disponibile per intero.
Violenza sugli animali: per i veterinari è collegata a quella sulle persone
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