129 milioni e 600 mila euro: questa era la cifra che ogni anno il Parlamento Europeo girava alla Spagna per gli allevamenti dei tori da combattimento, quelli che poi finivano nelle corride. Fino a oggi, perché con uno storico voto 438 eurodeputati su 687 hanno abolito i fondi continentali per la corrida. È un provvedimento che segna un punto di svolta su questo tema: da oggi queste folkloristiche tradizionali manifestazioni iberiche dovranno fare a meno di una somma corposa proveniente dal Parlamento Europeo (e quindi, in un certo senso, dalle tasche dei cittadini). La notizia è stata annunciata con comprensibile soddisfazione dalle associazioni animaliste del Vecchio Continente – tra cui ci sono l’Associazione Animalisti Italiani Onlus, CRAC, PETA e PACMA – che da anni chiedevano a Strasburgo in questa direzione. Commentando questo provvedimento, Walter Caporale e Mauro Mitrotti – rispettivamente Presidente e Responsabile Campagna corrida degli Animalisti Italiani Onlus – hanno definito questo voto come «l’inizio della fine delle corride spagnole. Togliere oltre 129 milioni di euro alle corride spagnole significa, ora che sempre più amministrazioni locali bloccano i fondi pubblici, assestare un colpo forse definitivo alle corride, con le plaza de toros ormai vuote. Oggi hanno vinto gli animali – esclamano – Evviva i tori, evviva l’Europa! Oggi noi eravamo a Strasburgo: per loro, e per vincere».
I 438 voti che hanno chiuso i rubinetti verso Madrid provengono da tutti gli schieramenti, tutti convinti che questo finanziamento – proseguono Caporale e Mitrotti – «costituisce una chiara violazione della Convenzione europea sulla protezione degli animali da allevamento». Per capire se il Parlamento Europeo davvero non verserà più soldi alla Spagna per finanziare le corride bisogna adesso attendere un ultimo scoglio: la negoziazione del bilancio da parte del Consiglio comunitario. Quel che è certo è che questo voto di Strasburgo ha scritto una pagina fondamentale di storia.
Di seguito, il video dell’associazione animalista PETA contro le corride