Nonostante le proposte di legge per non poter più usare termini come “bistecca” o “burger”, la voglia di alternative vegetali dei consumatori italiani continua a crescere. Una recente ricerca promossa da Good Food Institute Europe (GFI) – organizzazione non governativa internazionale che aiuta a costruire un sistema alimentare più sostenibile – il nostro paese è il terzo in Europa per consumo di prodotti 100% vegetali dopo Regno Unito e Germania. L’aumento dei consumi nel settore fra il 2020 e il 2022 è stimato in +22% con un fatturato totale di 5.7 miliardi di euro.
Su questo tema si è espressa anche Carlotte Lucas, Senior Corporate Engagement Manager di GFI Europe: “Nonostante i risultati estremamente positivi, in Italia è stata presentata una proposta di legge che mira a vietare termini di uso quotidiano come “polpette a base vegetale”, nonostante l’Unione Europea abbia già respinto una proposta simile nel 2020. Anziché cercare di limitare ulteriormente la crescita di questo settore, si dovrebbero sostenere maggiormente gli italiani affinché possano adottare abitudini sempre più sostenibili“. Assenza di visione a lungo termine e di apertura alle inesorabili necessità di un mondo che cambia sono sempre state un tratto distintivo del nostro paese attorno al tema dell’alimentazione. Con l’attuale governo Meloni inoltre, sembra sia tornato di moda l’idea di “bloccare” sulla base di motivazioni del tutto discutibili, qualsiasi sguardo a qualcosa che non sia la “tradizione” che, nonostante la narrazione potente che ne viene fatta, non ha proprio più niente di tradizionale e “naturale” soprattutto quando si parla dell’ambito produttivo legato a carne e formaggi. Stalle e piccoli caseifici che sarebbero punta di diamante del paese sono così rari che non potrebbero, nemmeno volendo, essere la spina dorsale della produzione interna e, tanto meno, di quella necessaria all’esportazione. Inoltre per piccole che siano queste realtà si basano in ogni caso sullo sfruttamento degli animali.
Nonostante ciò, grazie ai dati forniti dalle indagini NielsenIQ, Good Food Institute Europe ci racconta di un’Italia che si affaccia sul mondo vegetale con una costanza prudente. A farla da padroni nei consumi sono sempre i latti vegetali: “registriamo un incremento del 18% tra il 2020 e il 2022 e solo nel 2022 il ricavato in euro di questi prodotti è stato di 310,4 milioni di euro, guadagnandosi il primo posto nella classifica degli alimenti di origine vegetale più acquistati“. Fra i preferiti in Italia, al primo posto troviamo il latte di soia, seguito da quello all’avena e di mandorle.
Anche le alternative vegetali alla carne nelle sue forme più “facili” come burger, polpette, nuggets e salsicce sono state protagoniste di un trend positivo: “L’aumento delle vendite è stato del 40% tra il 2020 e il 2022 piazzando l’Italia al quarto posto nella classifica dei paesi europei con il più alto fatturato di carne di origine vegetale. Solo nel 2022, in Italia, le vendite di carne vegetale sono arrivate ad un totale di 168,4 milioni di euro”.