Vegolosi

Uomo, animale e predominio sulla Terra: dati a confronto, l’uomo perde

I primi protoprimati sono comparsi sulla Terra 6 milioni di anni fa. Da allora selezione naturale ed evoluzione hanno portato la specie umana a imporsi sulle altre per intelletto, abilità pratiche e capacità di adattamento. Ma è davvero all’uomo che spetta la medaglia d’oro di specie dominante del pianeta? Snocciolando i dati forniti da Steve Jenkins (scrittore appassionato di Scienze naturali) nel libro “Animali in cifre. Il libro di infografiche sugli animali” pubblicato da Edizioni Sonda, pare proprio che, sotto molto punti di vista, siano altre le specie animali a detenere i primati detronizzando l’essere umano che al confronto pare ben poca cosa.

Popolosità: gli insetti ci battono

L’Onu ha stimato che nel gennaio 2017 la popolazione mondiale ammontava a 7,477220 miliardi di persone. Una bella cifra, eppure, se paragonata a un’altra categoria animale, è ben poca cosa. Gli insetti infatti rappresentano il gruppo più vasto ed eterogeneo del pianeta con circa 10 trilioni di esseri viventi per 1 milione di specie (almeno quelle scoperte finora).

Di fatto a ogni uomo del pianeta corrispondono circa 200 milioni di insetti. Se sommassimo il peso di ogni persona sulla Terra otterremmo la biomassa umana; un dato che è puramente teorico dato che è impossibile effettuare questa misurazione in modo preciso. Ebbene tutti gli esseri umani peserebbero 320 milioni di tonnellate contro i 90 miliardi di tonnellate della biomassa di tutti gli insetti. Merito delle piccole dimensioni, delle straordinarie capacità di adattamento ambientale e della grande fertilità.

Doti fisiche: la sputacchina vince

Saper correre veloce è una dote molto utile se serve a cacciare per procurarsi il cibo o scappare per non diventarlo. Non a caso gli animali più veloci sono predatori. L’uomo può correre al massimo a 37 km/h sulla terraferma. Pare tanto? Non troppo se paragonato allo struzzo (64 km/h), all’antilocapra (88 km/h) e al campione assoluto, il ghepardo con i suoi 103 km/h.
Ma l'”umiliazione” non è finita qui: l’animale più veloce al mondo è il Falco pellegrino che può raggiungere in volo i 322 km/h.

E per quanto riguarda i salti? Anche qui l’uomo si fa battere senza troppi problemi da un animaletto piccino e con un nome davvero bizzarro: la sputacchina è un insetto piccolissimo ma che può compiere un salto di ben 56 cm pari a 112 volte la lunghezza del suo corpo! Una performance inimmaginabile per qualsiasi essere umano.
Pensate, inoltre, che l’atleta Mike Powell ha realizzato il record del mondo saltando 8,95 m. Un leopardo delle nevi può arrivare senza sforzo a saltare ben 15 m.

Longevità: quella vecchietta della Carpa

Come sarebbe vivere per 500 anni? L’unico a poterlo raccontare (se fosse dotato di parola) sarebbe il Mollusco quahog, la più longeva creatura animale con i suoi 507 anni. Rispetto all’essere umano che ne può vivere al massimo 122 anni certo fa un po’ impressione. Ma il Mollusco quahog non è l’unico animale più longevo dell’uomo: il Tuatara (rettile della Nuova Zelanda) può vivere fino a 150 anni, il Riccio di mare rosso fino a 200 anni, la Balena della Groenlandia fino a 210, la Tartaruga gigante fino a 225 anni e la Carpa koi fino a 226.

Una menzione doverosa riguarda quegli animali che in natura vivrebbero molto più a lungo se non venissero sterminati per la loro carne o per altri usi; i maiali da allevamento vivono 6 mesi (in natura vivrebbero fino a 15 anni), le mucche da latte vivono massimo 5 anni (in natura vivrebbero fino a 20), i vitelli vengono macellati a 1-32 settimane (contro i 20 anni in natura), le galline ovaiole vivono massimo 1 o 2 anni (contro gli otto in natura).

Adattabilità: tardigrado, un vero “gigante”

Vivere ad alta quota o negli abissi oceanici non è cosa da tutti. La mancanza di ossigeno e la pressione dell’acqua richiedono doti fisiche speciali che la Natura non ha riservato a tutti. L’uomo può vivere al massimo a 5.000 m: La Rinconada (Perù) è il centro abitato posto a quota più elevata in assoluto, 5.090 m. Ma l’Avvoltoio di Rueppel può volare anche a 11.278 m (la cima del monte Everest, il luogo più alto sulla Terra – conquistata nel 1953 – arriva a 8.848 m).

E per quanto riguarda l’oceano? Anche qui le performance dell’uomo si attestano a record piuttosto scarsi se paragonati ad altri esseri viventi. L’immersione più profonda senza equipaggiamento si è fermata a 214 m. Sul fondo della fossa delle Marianne vive però l’Anfipode supergigante, una creatura a forma di gambero che si è adattata a vivere a 10.994 m di profondità, un habitat senza luce e con una pressione più di 1.000 volte superiore rispetto al livello del mare.

Il tardigrado

E che dire del tardigrado? Una minuscola creatura che può resistere in ambienti gelidi fino a – 200°C e bollenti fino a 151°C; notevole per l’uomo che considera ideale una temperatura pari a 21°C e boccheggia a ferragosto sotto l’ombrellone! Questi dati ci aiutano a capire quanto insignificante e presuntuoso spesso si consideri l’uomo nei confronti della Natura e degli altri esseri viventi che con lui popolano la Terra. Considerandosi superiore ha condannato molte specie all’estinzione per la carne, la pelliccia, l’inquinamento, il bracconaggio.

Tra gli esemplari più minacciati al mondo, invece, ci sono: la Tartaruga dal guscio molle gigante dello Yangtze (appena tre esemplari tra cui 2 rinchiusi in uno zoo), il Lipote (un delfino originario della Cina di cui restano, forse, 20 esemplari), il Presbite dalla testa bianca (un primate cacciato per il cibo e condannato dalla deforestazione), il rinoceronte di Giava (cacciato per il corno che si crede abbia poteri magici) e il Leopardo dell’Amur, il felino più a rischio al mondo per la sua pregiata pelliccia.

Serena Porchera