“Un circo senza animali è un circo morto”: così si è espresso in aula il senatore Carlo Giovanardi in merito al decreto legge che prevede la graduale diminuzione degli animali all’interno dei circhi. La prima preoccupazione, per il politico, riguarda la sorte dei lavoratori: “Con il disegno di legge in esame – afferma infatti – deleghiamo il Governo a mandare a casa migliaia di circensi”. La questione, però, riguarderebbe anche la salvaguardia della cultura circense e della storia di questa secolare attività che ha “una tradizione che va da Fellini alla bellissima preghiera di Totò nel film ‘Il più comico spettacolo del mondo’, che mette in luce il rapporto quasi familiare tra i lavoratori del circo e i loro animali, che antepongono a loro stessi nella preghiera dei circensi. Certo, nell’Italia ignorante di oggi si fatica a capire chi era Totò, cosa era il circo e questa cultura”, come dichiara il senatore. Insomma, quella di eliminare gli animali dagli spettacoli circensi sarebbe, per il politico, “una proibizione allucinante”.
La questione, però, non si ferma qui: Giovanardi ha toccato infatti altri temi complessi legati allo sfruttamento animale, non senza toni canzonatori e lievemente polemici. “Il palio di Siena lo vogliamo tenere o lo vogliamo abrogare? La Brambilla lo vuole abrogare e io, invece, lo voglio mantenere. – afferma – Facciamo un dibattito su Siena e su altre manifestazioni popolarissime nel nostro Paese. L’ippica la vogliamo tenere o la vogliamo abrogare? Il dressage (gara di addestramento dei cavalli, ndr) lo vogliamo mantenere o abrogare? È lecito avere gli ippodromi o no?”.
“Capisco benissimo – continua – che le persone oggi trovino negli animali una fonte di compagnia e di compensazione di altri affetti familiari che possono mancare. Non mi sfuggono gli affari miliardari sottostanti il mercato degli animali in espansione. Penso – aggiunge – ai bocconcini prelibati per cani, gatti, canarini, eccetera. Però, se dovessi essere conseguente, dovrei dire che dovrebbe essere proibito tenere un cane in appartamento. Se al quinto piano tengono un dobermann o un San Bernardo, a che titolo chi contesta gli animali nei circhi tiene un animale di quella stazza in un appartamento?”.
Nonostante il paragone, la Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani (FNOVI), è intervenuta con una nota ufficiale su questo tema, affermando che il circo è “attività anacronistica che propone una visione distorta del rapporto uomo – animale”. Secondo la FNOVI è inoltre chiaro che i comportamenti fatti assumere dai circensi agli animali sono completamente “innaturali e spesso opposti alle caratteristiche di specie; la convivenza forzata di specie diverse, come preda – predatore (ad esempio leoni in groppa ai cavalli), i fattori stressogeni come luci, rumori, dimensioni ridotte delle gabbie sono solo alcuni degli aspetti caratterizzanti gli spettacoli circensi con animali che non rispettano questi ultimi né lasciano spazio di miglioramento”.
Anche l’etologo Roberto Marchesini ha spiegato chiaramente ai nostri microfoni che “l’esibizione di un animale è già di per sé la sua morte”, ma il senatore Giovanardi non pare dello stesso avviso: “Una volta che ci sono norme specifiche perché a tutti i livelli venga mantenuto il benessere animale, non possiamo andare avanti a suon di proibizioni e di fraintendimenti tra di noi”. L’invito del senatore Giovanardi, quindi, è semplicemente quello di evitare gli spettacoli circensi o il palio di Siena se non graditi, ma senza impedire “a sessanta milioni di italiani di andare a vedere uno spettacolo tradizionale che va avanti da secoli e ha il consenso della gente”. A questa affermazione, però, ci permettiamo di dissentire perché, nonostante il Governo abbia aumentato i finanziamenti per le attività circensi, i dati Eurispes 2016 parlano chiaro: sempre più italiani si dicono contrari al circo con gli animali e disertano gli spettacoli.
Crediti foto in apertura: www.betterworldinternational.org
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