Cos’hanno arte dei tatuaggi, veganismo e cucina italiana in comune? Non molto, apparentemente, a meno che il tuo nome non sia Cecilia Granata, classe 1983, nata a Verona. Tatuatrice vegana cresciuta in Italia, oggi vive in America e ha appena pubblicato un libro: “Mama Tried: Traditional Italian Cooking for the Screwed, Crude, Vegan and Tattooed“, libro di cucina illustrato sulla scia dei tatuaggi che realizza.
La sua storia
Cecilia ha smesso di mangiare prodotti di derivazione animale ben prima di diventare tatuatrice, nel ‘lontano’ 2005 quando viveva ancora a Milano. Alcune delle ricette sono naturalmente vegan (es: frittura di ceci e melanzane con capperi e olive), altre ‘veganizzate’ di suo pugno come l’amato risotto alla milanese, dolce ricordo d’infanzia con la nonna. Una chicca consigliata dalla stessa autrice? Il limoncello fatto in casa.
Tra vegan e arte
A spingerla a realizzare un lavoro di questo genere sono stati i suoi affezionati clienti, interessati ad un assortimento di tatuaggi cruelty-free e vegan tra cui scegliere. Ecco perché il libro è pieno di illustrazioni ‘pop’ e fresche che accompagnano le ricette e che traggono ispirazione da diversi universi estetici: dai film horror alla cultura degli skaters, passando per l’iconografia hindu e l’arte folk messicana. Tra le tante immagini proposte, Cecilia propone una rivisitazione vegan di un antico dipinto fiammingo con una signora benestante che con le dita delle mani forma un cuore per richiamare la ricetta dei baci di dama o, ancora, riprende un’opera italiana del 17esimo secolo di Bernardino Mei in cui una giovane donna tiene stretta a sé il cuore dell’amato che è stato pugnalato. Nella nuova versione, il cuore è rimpiazzato da un limone.
Ricette vegane semplici e illustrazioni creative ispirate al suo lavoro quotidiano: una combinazione perfetta e una piacevole scoperta!
Yuri Benaglio
L’artista del caffè: Bernulia e la magia del cibo vegetariano