Integrale è meglio e riduce notevolmente i rischi di morte per malattie cardiovascolari e tumori: a rivelarlo è uno studio dell’Università di Harvard pubblicato nelle scorse ore sulla rivista Circulation.
Cosa dice lo studio
I ricercatori della Harvard University’s School of Public Health hanno analizzato le abitudini alimentari di oltre 800mila adulti passando in rassegna 12 studi precedenti (condotti tra il 1970 e il 2010) e rilevando che ogni porzione da 16 grammi di cereali integrali riduce il rischio di morte per patologie cardiache (infarto, ictus) del 9% e per cancro del 5%: aggiungendo porzioni – fino a 50 grammi al giorno – si arriva ad un’ulteriore riduzione del rischio di 1/4. In caso di 70 grammi la mortalità tocca quota – 22%. Oltre ai rischi per il cuore, però, i cereali integrali abbassano anche l’incidenza di tumori del 14% e aiutano a prevenire il diabete.
Prodotti integrali e prodotti raffinati
Anche se alcuni alimenti a base di cereali integrali contengono zuccheri e sale, la presenza di queste sostanze è di gran lunga inferiore rispetto a quella che possiamo trovare nel pane e nei derivati raffinati, così come nel riso e nella pasta bianchi. I cereali integrali, in particolare l’avena, contengono dei carboidrati non ancora processati e quindi ricchi di fibre, proteine, antiossidanti e vitamine che incoraggiano anche la digestione e la perdita di peso, stimolando il senso di sazietà.
Lo studio inglese
Un gruppo di ricercatori dell’Imperial College di Londra, guidato da Dagfinn Aune, ha puntualizzato i risultati pubblicati su Circulation presentando di rimando una revisione/integrazione dello studio sul British Medical Journal: in particolare, i ricercatori hanno precisato le dimensioni della porzione di cereali, da quantificare con una mezza tazza di riso cotto, farina d’avena cotta o pasta cotta di grano intero al 100%, o una semplice fetta di pane (integrale).
Yuri Benaglio
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