Vegolosi

A Portland il primo centro commerciale 100% vegano

Che aspetto dovrebbe avere il paradiso dei vegani? Probabilmente simile a questo mini centro commerciale 100% vegan a Portland, Oregon, il primo al mondo. All’interno potete trovare una deliziosa – in tutti i sensi – pasticceria, la Sweetpea Baking Co. che sforna ogni giorno croissant, ciambelle, torte, muffin apprezzatissimi anche dai non vegani; Food Fight, un negozio di alimentari che vende qualsiasi tipo di snack, caramelle, formaggi e ogni bendidio in versione ovviamente cruelty-free e perché no, se lo shoppimg diventa faticoso, vi offre un bel cono gelato cremosissimo.

Non manca neanche la bottega di un tatuatore (Scapegoat) che usa inchiostri e creme post operazione non testati sugli animali e un negozio di vestiti (Herbivore) che realizza e vende abiti, accessori, trucchi senza derivati animali, portafogli e cinture in pelle vegana e t-shirt con frasi e slogan ispirati alla causa vegan per ricordare a tutti che “il bacon ha una madre”.

Quattro locali voluti da quattro amici che con tanto spirito imprenditoriale e convinti di far del bene alla comunità hanno deciso di fondare questa isola felice un paio di anni fa. Se quest’estate volete farci un salto, vi potrebbe capitare di incontrare Bryan Zurek, che lavora nel piccolo supermercato Food Fight: un ventisettenne che ha smesso di usare prodotti animali dal 2006, suona in una punk band e ha il braccio destro completamente ricoperto di tatuaggi che illustrano la vendetta della Natura per ciò che le è stato fatto (ad esempio una balena che affonda una barca da pesca). “Un sacco di nostri clienti non sono per forza vegani” spiega Zurek. “Ma ci sono anche tantissimi vegani che arrivano apposta da Beaverton e Vancouver. Siamo una meta per turisti. Un sacco di vegani canadesi vengono da noi”.

Del resto Portland vanta un pedigree vegetariano che risale ormai all’800, quando alcuni membri della Chiesa Avventista del 7° Giorno (e che aderiscono a degli strettissimi dettami in termini di dieta e salute), cominciarono a stanziarsi nella città conferendole il carattere di un vero e proprio santuario del cibo. E infatti Peta ha definito Portland la “mecca dei vegani“, dove anche gli strip club sono attenti a non servire cibi animali e dove le ballerine non usano perle, seta o pelli.

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