Una nuova stroncatura per la carne rossa. Questa volta l’allarme arriva dal British Medical Journal, che ha pubblicato di recente uno studio secondo il quale il consumo di carne rossa e lavorata è associato a un tasso di mortalità più elevato ma anche connesso a ben 9 gravi e diverse patologie. Tra queste cancro, malattie cardiache, malattie respiratorie, ictus e diabete che, secondo lo studio, “sono aumentate in linea con il consumo di carne rossa”.
La ricerca
I dati analizzati dagli epidemiologi del National Cancer Institute di Bethesda derivano da una grande indagine di popolazione chiamata NIH-AARP, condotta per 16 anni – fino al 2016 – su quasi 540 mila americani di età compresa tra i 50 e i 71 anni. Nello specifico, basandosi su dei questionari, gli esperti hanno valutato il quantitativo di carne rossa, bianca e trasformata consumato dalla popolazione in oggetto, suddivisa in cinque gruppi in base ai risultati. Oltre a questo, è stata presa in considerazione anche la quantità di singoli micronutrienti (ferro) e additivi (nitriti e nitrati) presenti nella loro dieta. Valutando poi i decessi e le malattie contratte, gli esperti hanno constatato un aumento del loro numero correlato a un maggior consumo di carne rossa e lavorata. La colpa, secondo gli esperti, è da attribuire al ferro eme, tipico di questo alimento, ma anche agli additivi chimici aggiunti a carne lavorata e insaccati. Dati diversi, invece, per quanto riguarda carne bianca e pesce: i tassi di mortalità, infatti, sono risultati inferiori del 25% tra i consumatori abituali di questi alimenti.
Italia: troppa carne, perfino negli ospedali
Abbiamo visto come tempo fa l’OMS abbia introdotto la carne lavorata tra gli alimenti sicuramente cancerogeni e la carne rossa tra quelli potenzialmente tali. Sono tanti, ormai, gli studi e gli studiosi che invitano a consumare meno carne e infatti nel nostro paese, secondo i dati Eurispes 2017, il suo consumo è sceso del 25% negli ultimi 13 anni. Ma questo non basta. Ogni anno, infatti, la popolazione italiana consuma in media 75 kg di carne pro capite, circa 1 kg e mezzo alla settimana. Si tratta comunque del triplo rispetto alle linee guida per la prevenzione di tumori stilate dall’AICR, che parlano di massimo 500 g settimanali. Questo vale anche per gli ospedali, dove perfino i malati oncologici consumano molta più carne – fino a 16 porzioni a settimana – di quanto suggerito dalle linee guida internazionali.