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Barattoli per cosmetici si sciolgono in acqua e non inquinano: ecco Sulapac

Suvi Haimi e Laura Kyllonen sono due biochimiche finlandesi e hanno inventato un materiale che si chiama Sulapac che ha come obiettivo quello di sostituire la plastica in moltissimi ambiti, in particolare quello della cosmesi.

E’ guardando anche alle loro abitudini di consumo e alla quantità di plastica presente soprattutto nei pack dei cosmetici, che queste le due imprenditrici hanno pensato a come risolvere la questione lavorando alla creazione di un materiale completamente biodegradabile ma resistente e modellabile come la plastica. Ed ecco che, proprio da quest’anno, barattoli e cannucce in Sulapac sono finalmente in vendita in grandi quantitativi per le aziende e anche il marchio di cosmetici francese Chanel ha deciso di investire una quota in questa azienda con l’obiettivo di usare il Sulapac per i pack dei propri prodotti.

Le cannucce realizzate nel 2019 in Sulapac

Ma come è fatto questo Sulapac? Si tratta di un impasto a base di scarti della lavorazione del legno (materiale molto presente in Finlandia e tratto solo da foreste certificate) e un insieme di biopolimeri completamente vegetali e senza nessuna microplastica. I biopolimeri possono essere anche di origine sintetica come ad esempio i derivati da alcuni poliesteri, ma nel caso del materiale finlandese, si tratta di derivati da materiali di origine vegetale e quindi rinnovabili come l’amido o miscele di amido.

Se un prodotto Sulapac finisse accidentalmente nell’oceano, non danneggerebbe l’ecosistema. I microrganismi naturali possono digerirlo e trasformarlo in CO2, H2O e biomassa, in modo che anche le balene continuino a sorridere. – Suvi Haimi

Vediamo qualche dato. Il materiale a base di legno e polimeri può essere riciclato per circa 6 volte ma se per caso finisce nell’ambiente, si biodegrada completamente (sia nel terreno che in acqua) senza rilasciare nessun tipo di sostanza tossica. I barattoli delle creme dopo circa tre anni (se li lasciaste lì a prendere polvere) si frantumerebbero. Con il Sulpac, quest’anno, l’azienda di Suvi e Laura ha creato anche le cannucce, uno dei rifiuti più presenti negli oceani del mondo e anche fra quelli più stupidi, se pensiamo al loro tempo effettivo di utilizzo. Ecco che quelle in Sulpac sono un’alternativa interessante non solo per il fatto di essere senza plastica (esistono già cannucce completamente compostabili, sta solo ai commercianti e ristoratori procurarsele), ma perché il metodo di produzione del materiale a base lignea si adatta perfettamente ai macchinari di chi ancora produce con la plastica.

Questo ultimo punto non è di certo di poco conto; secondo le due imprenditrici, infatti, l’obiettivo era proprio questo: creare un materiale che potesse permettere alle aziende di convertirsi facilmente senza dover comprare nuovi macchinari industriali.