Louie Tom Fenton, di soli 12 anni, dell’Hertfordshire, nell’Inghilterra orientale, è stato ritrovato impiccato nel bagno di famiglia il 19 gennaio di quest’anno. Nessuna lettera d’addio è stata rinvenuta ma risulta inevitabile collegare il suo tragico suicidio agli episodi di bullismo vissuti nella sua nuova scuola, la Richard Hale School di Hertford. L’evento, risalente a qualche mese fa, è salito alle cronache solo di recente, probabilmente a causa della delicatezza del tema trattato.
Louie, che da tempo aveva scelto di seguire un’alimentazione vegana, veniva difatti regolarmente perseguitato da alcuni suoi compagni di scuola. L’ora del pranzo, in particolare, era diventata una sofferenza per il dodicenne che veniva bersagliato da pezzi di carne lanciati dagli altri ragazzi, che non condividevano il suo stile di vita cruelty-free. Louie era quindi costretto a mangiare al di fuori della mensa scolastica per evitare le prese in giro degli altri studenti.
Nonostante i genitori avessero avvertito più volte la scuola di tali persecuzioni, la situazione non sembrava migliorare. Per alleviare lo stress causato dal bullismo, Louie iniziò a fumare, a praticare forme di autolesionismo e a frequentare regolarmente lo studio di uno psicologo. Fino al tragico epilogo.
La scuola ad oggi continua a respingere le accuse fatte dai genitori di non essersi accorta dei comportamenti autolesionisti del bambino. Il dirigente scolastico, poi, afferma di non essere convinto della volontà di Louie di togliersi la vita a causa del bullismo subìto nel suo istituto.
Quello di Louie non è il primo episodio di attacchi rivolti a chi sceglie un’alimentazione vegana. Nel marzo scorso una mamma toscana era stata attaccata da altre mamme fuori dalla scuola frequentata dalla figlia vegana perché raccontava “verità scomode” agli altri bambini. La storia venne riportata da un quotidiano locale: strattoni, spinte e minacce per la mamma di Grosseto e un ordine ben preciso: “Di’ a tua figlia di smettere di parlare in quel modo ai nostri bambini”. Come racconta la mamma stessa al giornale è capitato che la bambina, di fronte a un compagno intento a mangiare una fetta di prosciutto o un hamburger, gli si rivolgesse con parole del tipo: “Ma lo sai che quello che stai mangiando era un animale e ora è morto? Lo sai che quello era un maialino?”.
Sempre in Italia, Vegolosi.it, aveva raccontato la storia di Paolo, ragazzo vegano di 19 anni di Cremona che ha deciso di denunciare i fenomeni di bullismo che lo riguardano. Paolo ricevette offese e insulti sistematici e ripetuti sui social, da parte di utenti del web assolutamente sconosciuti, che colpivano il suo orientamento sessuale ma anche la sua scelta etica e alimentare.