Patate, olio di cocco, farina ed Eme (un complesso chimico di origine vegetale) dovranno sostituire del tutto carne e pesce nel mondo entro il 2035. Pat Brown, CEO e fondatore della Impossible Foods, l’inventore del burger vegetale che sanguina, non ha dubbi e nella sua voce c’è la fermezza degli innovatori, quella che si sentiva anche nei discorsi si Steve Jobs sul futuro della tecnologia: i dubbi stanno al palo.
Il problema più urgente è l’impatto devastante che la produzione di carne sta avendo sull’ambiente usando gli animali come “tecnologia alimentare”.
Secondo Brown, la cui società è stata supportata fin dai suoi esordi, meno di due anni fa, da Bill Gates, il problema del consumo di carne non si risolverà affatto spiegando e cercando di persuadere le persone a non mangiare più carne e pesce: “Non cambieremo quello che la maggior parte delle persone pensa della carne, perché la scelgono per il gusto, lo faremo solo offrendogli un prodotto che sia delizioso, che gli dia quello che amano della carne e lasciandoli scegliere”.
Secondo Brown, che ha spiegato il suo punto di vista in un’intervista per la pagina Facebook “NowThis Food”, le persone non fanno nessun collegamento fra l’industria della carne e quello che succede nei macelli o nella nostra biosfera, è la gola quello che muove il mondo.
Il segreto del successo con chi mangia carne è creare qualcosa che la gente ami mangiare, che gli dia davvero soddisfazione.
Sostituire la carne nel mercato statunitense secondo Brown è soltanto “piccolo passo, ma non è questo il nostro obiettivo, noi puntiamo alla sostituzione integrale, assoluta della carne“. Al momento Impossible Burger è disponibile in solo 3000 ristoranti su 10mila, negli Stati Uniti e il 2035 è davvero molto, molto vicino, ma Brown non sembra affatto scomporsi a riguardo.
Nessun animale, nessun compromesso
Insomma nessun ragionamento sull’etica, sulle abitudini, sulla cultura alimentare, Impossible Foods punta alla pancia, al gusto, al creare una domanda di prodotto che già dal suo debutto ha scatenato un entusiasmo incredibile e recensioni entusiastiche da parte di molti. Una chiave che potrebbe decisamente funzionare oppure, secondo molti, creare solamente un’alternativa che si rivelerebbe solo un fuoco di paglia se non si lavora alla basi della consapevolezza alimentare.
Nel frattempo Brown procede per la sua strada, mentre a pochi passi dal suo quartiere generale altri innovatori sperimentano e lavorano alla “clean meat” ossia la carne creata in laboratorio attraverso cellule staminali, idea che però non sembra apprezzata da Brown che con il suo claim “Nessun compromesso” sembra dare uno schiaffo all’idea di partire, in ogni caso, da cellule animali.