Tracciare le produzioni per provare a porre un freno alle sempre più frequenti contraffazioni che inquinano il mercato del biologico in Italia. Da fine febbraio sarà possibile farlo con un nuovo strumento tecnologico: una vera e propria piattaforma informatica per la tracciabilità dei prodotti bio e delle relative transazioni, soprattutto per quanto riguarda i cereali e le materie prime per mangimi, maggiormente esposti al rischio frode.
La piattaforma è stata messa a punto da FederBio, la Federazione italiana Agricoltura biologica e biodinamica, e Accredia, l’unico ente che in Italia è riconosciuto per legge per l’accredimento dei laboratori e degli organismi di certificazione. I due soggetti hanno incrociato dati e competenze. Grazie anche al supporto delle imprese della filiera agroalimentare, attraverso la piattaforma sarà possibile conoscere quantità prodotte e commercializzate: la piattaforma registrerà i volumi di prodotto e i flussi commerciali partendo dalle superfici agricole certificate in Italia e nei Paesi da cui gli operatori italiani acquistano, seguendoli lungo tutta la filiera per verificarne la congruenza rispetto alle rese produttive certificate. Uno strumento utile soprattutto perché da subito saranno disponibili i dati certificati di più di 40mila aziende, pari a oltre l’80 per cento degli operatori bio italiani. La nuova banca dati si comporrà di un’area pubblica, già a disposizione di tutti i cittadini, e di un’area riservata per gli operatori, che entrerà a regime ai primi di maggio, dove saranno pubblicate le non conformità e i provvedimenti a carico degli operatori e i programmi annuali di produzione.
“Dopo quasi due anni di lavoro siamo finalmente in grado di offrire alle imprese e ai consumatori uno strumento valido per ridurre in maniera molto rilevante il rischio di frodi per filiere che negli ultimi anni hanno subito l’attacco di gruppi criminali sui quali sta indagando anche la magistratura”, spiega il presidente di FederBio, Paolo Carnemolla. “Il progetto – aggiunge – è al momento unico in Europa e durante i raccolti della prossima estate verrà definitivamente testato per poter coinvolgere la quasi totalità degli operatori del comparto cereali e materie prima per mangimi”.