Vegolosi

Berlino: arriva la prima mensa universitaria con menu 100% vegan

Si chiama Veggie 2.0 ed è la prima mensa universitaria vegana di Berlino, nata tra le mura dell’Università politecnica per offrire agli studenti un’alternativa “green” ai menu tradizionali, a prezzi decisamente accessibili. La nuova struttura – che non per niente trova spazio in una delle città più veg-friendly d’Europa –  ha preso il posto della vecchia caffetteria del campus e offre un’ampia gamma di piatti tutti 100% vegetali, partendo dagli antipasti, passando per primi piatti e secondi, fino ad arrivare a torte e dessert.

Anche se l’azienda che si occupa di preparare i menu prepara anche piatti a base di carne e pesce per altre mense universitarie della città, sul sito si legge come anche questi ingredienti siano quanto più possibile a km zero, ricavati con metodi di pesca sostenibile e rispettando gli standard minimi del benessere animale previsti in Europa per l’allevamento.

“Una scelta inclusiva”

Una scelta che sembra andare incontro alle abitudini alimentari degli studenti tedeschi: da un censimento recente è emerso che su una comunità di oltre 14 mila studenti, ben il 13,5% ha scelto di eliminare le proteine animali dalla propria dieta, a fronte di un 1,6% di vegani sparsi su tutto il territorio nazionale. In generale, però, quello che emerge non è la volontà da parte di chi gestisce la mensa di creare una sorta di “nicchia” in cui i vegani possano rifugiarsi trovando i propri cibi “strani”, ma al contrario di avvicinare quanti più studenti a un’alimentazione più sana, in un’operazione di inclusione degli onnivori anziché di esclusione dei vegani e dei vegetariani.

Una parte del menu proposto in università: i “semafori” accanto alle portate indicano la presenza di ingredienti 100% vegetali ma anche la frequenza con cui consumare quel dato piatto

Non è un caso, quindi, che sul sito della mensa (ma anche sull’app per smartphone e tablet, disponibile sia per iOS e Android) sia disponibile l’intero menu accompagnato da “semafori” che indicano non soltanto la presenza o meno di ingredienti di origine animale, ma anche la frequenza con cui quel determinato piatto dovrebbe essere consumato da un punto di vista salutistico e come abbinare tra di loro i piatti per ottenere un pasto bilanciato.

E l’Italia?

Mentre l’Europa sembra sempre più proiettata verso la scelta vegan,  in Italia si aspetta una legge che renda obbligatori menu vegetariani e vegani nelle mense pubbliche dal 2013. Nonostante a livello nazionale le cose sembrino andare a rilento, le singole regioni hanno provato a muoversi in autonomia: è il caso per esempio della Toscana, dove tempo fa il Movimento 5 Stelle ha proposto una maggiore attenzione rispetto a quello che mangiamo, con la richiesta (tuttora non approvata) di istituire una dieta vegetariana nelle mense pubbliche almeno un giorno a settimana.

A Torino, invece, secondo quanto deciso dalla sindaca Chiara Appendino, un giorno al mese verrà servito un intero menu vegan a tutti i bambini nelle scuole. Una “fatica” che sembra rendere il nostro paese fanalino di coda rispetto alle altre città d’Europa nonostante il via libera del Ministero della Salute alle diete a base vegetale, arrivato ormai quasi tre anni fa.