Sì a un benessere maggiore per gli animali da compagnia e negli allevamenti, ma non a spese del portafoglio. E’ quanto sembra emergere dall’indagine di Eurobarometro sul benessere animale 2016, condotta a fine 2015 nei 28 Stati membri dell’Unione Europea. Lo studio, richiesto da Eurogroup for Animals, è stato pubblicato nelle scorse ore a ben 9 anni di distanza dall’ultima indagine di questo genere.
Gli italiani risultano essere il popolo che più vuole sapere e conoscere sulle condizioni di vita degli animali negli allevamenti – 8 su 10, contro la media del 64% – e che più chiede un maggior benessere per gli animali da compagnia (82%) e da allevamento (86%).
Paradossalmente, però, se quasi 6 europei su 10 sarebbero disposti a pagare di più per prodotti certificati ‘pet friendly’, solo poco più di 4 italiani su 10 (43%) accetterebbero di buon grado. “Questo dato è da attribuire principalmente alla crisi economica in cui versa il nostro Paese”, sostiene Felicetti, presidente di LAV (Lega Anti Vivisezione) e sentito da Vegolosi.it in merito.
Meno della media europea anche gli italiani che avvallerebbero una normativa Ue più stringente per chi impiega animali per usi commerciali: l’opzione è appoggiata solo dal 44% degli italiani, contro una media europea del 54% e vette di Paesi come Svezia (83%), Spagna e Francia (54%). Quest’ultimo dato andrebbe interpretato, secondo Felicetti, come “l’affermazione di un’ondata anti-europea che coinvolge l’italiano medio. Gli italiani sarebbero infatti maggiormente disposti ad accogliere norme redatte in sinergia tra Bruxelles e l’Italia, non solo da Bruxelles. Bisogna anche dire, però, che la normativa base sul benessere animale attualmente vigente in Italia deriva proprio dall’Europa, perché se fosse per noi saremmo ancora fermi a norme che risalgono addirittura all’epoca fascista“.
I risultati, nel complesso, però sono incoraggianti ed evidenziano come i cittadini europei chiedano a gran voce standard più alti per il benessere animale. “Complessivamente i dati sono molto positivi, è interessante notare come i cittadini europei percepiscano la tutela degli animali come una questione importante nonostante ci si trovi in un’epoca complessa, dove il focus principale dei media è sulle questioni politiche come l’immigrazione” chiosa Felicetti.
L’indagine effettuata da Eurobarometro, chiude il presidente di LAV, potrebbe rappresentare uno stimolo in più per l’Unione Europea stessa: “Ne sono convinto, proprio a dicembre 2015 il Parlamento Europeo ha votato a larga maggioranza una risoluzione e in questi mesi la Commissione Europea sta varando una nuova strategia in materia di tutela animali, un documento che comprende azioni anche normative che la Commissione stessa non aveva rinnovato negli ultimi anni. Sarebbe la terza strategia di sempre sulla questione che tocca gli ambiti più disparati (allevamento, sperimentazione, reclusione negli zoo) e per la prima volta si interviene sugli animali da compagnia per eccellenza, cani e gatti. Ecco perché credo profondamente che questa indagine servirà da stimolo”.
Yuri Benaglio