Il caso del bambino denutrito di Firenze è ancora in primo piano. Oggi il gruppo “Genitori veg“, che raccoglie le esperienze di oltre 7300 genitori vegani spiega la propria posizione e racconta la verità dei genitori che escludono alimenti di origine animale dall’alimentazione propria e da quella dei figli. Nel caso del bimbo di 11 mesi ricoverato qualche giorno fa in condizioni serie ma poi dichiarato fuori pericolo, sono proprio la madre e il padre vegani gli “imputati”. “Le famiglie vegetariane sono attualmente “orfane nutrizionali” dovendo necessariamente rivolgersi a privati o al “fai-da-te” – scrivono nel comunicato stampa diramato online – Questo può generare situazioni pericolose per i bambini, qualora si incorresse in informazioni sbagliate». Ultimamente, spiegano le mamme e i papà veg di questa associazione, si sono diffuse «correnti filosofiche che caldeggiano scelte alimentari particolarmente restrittive: le loro posizioni – dichiara categoricamente l’associazione – non hanno nulla a che vedere con una scelta vegana consapevole e informata».
Quel che appare più evidente è come una parte della classe medica abbia un vero e proprio «pregiudizio nei confronti dell’alimentazione a base vegetale», dovuto anche alla «scarsa preparazione» di medici e pediatri su queste tematiche, derivante «dall’organizzazione stessa dei corsi di laurea e di specialità». I Genitori veg proseguono: “sarebbe auspicabile che gli operatori sanitari accogliessero queste famiglie e, qualora non avessero le competenze per fornire essi stessi informazioni corrette sulla nutrizione vegetariana, fossero in grado di inviare i loro e le loro pazienti a esperti in questo campo».
Il gruppo conclude: “i nostri bambini crescono sani e forti, grazie anche alla dedizione di chi, all’interno del gruppo, si impegna a indirizzare gli utenti verso fonti di informazioni corrette. Ai genitori che intendono proporre il veganesimo vorremmo dire: è una scelta sana, etica, sostenibile e non è pericolosa! È anzi salutare, a patto che si “conosca”, e quindi ci si basi sullo studio accurato di fonti accreditate, o ci si faccia guidare da un esperto”.