La Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana ha diffuso un opuscolo, consultabile gratuitamente su Internet, in cui si danno preziosi consigli ai pediatri che per il loro lavoro possono trovarsi a seguire famiglie veg. Un opuscolo, insomma, che vuole rendere i pediatri più consapevoli del fatto che l’alimentazione veg non è dannosa anche per i più piccoli. Nel volume – curato dalla dottoressa Carla Tomasini, medico chirurgo, specialista in Pediatria e Puericultura presso l’Università Politecnica delle Marche – si fa presente che il cambiamento principale non è meramente “veg” quanto, piuttosto, verso la consapevolezza di ciò che finisce sulle nostre tavole, sia dal punto di vista etico che da quello salutistico. L’alimentazione veg viene definita «più sana di equilibrata di quella delle famiglie onnivore» perché chi la sceglie porge «notevole attenzione all’alimentazione».
L’alimentazione veg è adeguata nei bambini?
Luoghi comuni e paure da sfatare
Prima di parlare di “luoghi comuni e paure da sfatare” si legge che «il ruolo del medico non è quello di giudicare la scelta del paziente, ma di ascoltare, appoggiare, fornire informazioni utili e, se necessario, saper inviare la famiglia ad esperti di nutrizione vegetariana». Detto questo, si spiega come il cibo vegetale sia perfettamente in grado di assicurare all’organismo tutti gli amminoacidi necessari, con cereali e legumi che sono le colonne portanti anche dal punto di vista nutrizionale. Per la minore digeribilità delle proteine vegetali rispetto a quelle animali, i bambini vegani possono ricevere un aumento precauzionale dell’apporto proteico del 10/15% rispetto al necessario. Carne, pesce, latte, latticini e uova non sono indispensabili nella nostra alimentazione: la loro assenza dai pasti dei bambini non li farà diventare anemici, e anzi è accertato che l’alimentazione veg non richiede la necessità di analisi più frequenti e addirittura previene alcune patologie.
Allattamento
Capitolo allattamento. L’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiara che «il latte materno è il miglior alimento e l’unico per i bambini fino ai sei mesi di vita. L’allattamento dovrebbe essere protratto almeno fino ai due anni di vita e oltre». Il volume spiega che la miglior alternativa al latte materno è il latte umano, presente nelle banche del latte installati in diversi presidi ospedalieri (non sufficientemente diffusi sul territorio) o nella rete internazionale “Human Milk for Human Babies”, che collega madri donatrici e ricevienti. Se non è possibile usare latte umano, va bene anche quello formulato: esiste il vegetale a base di soia o di riso, può essere di inizio o di proseguimento e si vede anche in farmacia. Il latte formulato viene però ben distinto dalle bevande vegetali in commercio – latte di soia, riso, avena, mandorle, miglio, noci, nocciole – che sono alimenti dello svezzamento ma non sostituiscono il latte. L’opuscolo poi passa in rassegna gli alimenti più tipici dell’alimentazione veg, adatti quindi anche ai più piccoli: cereali, legumi e derivati, verdura, frutta, semi oleaginosi e frutta secca.
Svezzamento
Quindi si parla dello svezzamento, definito «primo scoglio da affrontare per portare avanti questo stile alimentare nei propri figli». Innanzitutto, la mamma – quella veg così come quella onnivora – dovrebbe ricevere una nutrizione adeguata sin dal concepimento «per preparare l’ambiente giusto per la gravidanza e l’allattamento»: non è vero, si legge, che «non fornendo carne o latte vaccino non si apportino sufficienti proteine, ferro o calorie», che verranno assunte tramite tutti gli altri cibi introdotti nell’alimentazione veg, o semplicemente più presenti qui rispetto all’alimentazione onnivora. A questo scopo, il volume presenta tutti i nutrienti di cui l’organismo ha bisogno, indipendentemente dall’età della persona e dallo stile alimentare che sceglie di seguire: proteine, ferro, calcio, acidi grassi omega-3, vitamina B12, vitamina D.
Adolescenza e mense scolastiche
Infine, gli ultimi due capitoli: quello sulle mense scolastiche – scritto in base anche alle linee guida del Ministero della Salute – in cui si legge che in tutte le scuole si può pretendere un menu 100% vegetale, anche se è necessario informarsi prima dell’iscrizione del bambino; e quello sui figli durante la crescita, nel quale vengono concesse le “trasgressioni” tipiche degli adolescenti anche nell’alimentazione e si afferma che dopo una certà età i ragazzi devono scegliere autonomamente cosa inserire nei propri piatti, che non devono nascere come una imposizione dai genitori ma devono rispecchiare i valori in cui ciascuno liberamente crede.