“Non esistono correlazioni, voglio rassicurare i genitori”. Con queste parole Carla Tomasini, pediatra e nutrizionista vegana, ha risposto alle domande di Vegolosi.it sul tema emerso sul caso delle dichiarazioni del prof. Emilio Franzoni neuropsichiatra dell’università di Bologna sulla scelta del comune della città di permettere alle famiglie di scegliere un’opzione vegana per i figli nella mensa scolastica. Il professore aveva parlato della scelta vegan come di una “porta aperta verso l’anoressia”.
“La scelta vegana- spiega la dottoressa Tomasini – non ha nulla a che vedere con la privazione, o con la volontà di perdere peso, bensì con la consapevolezza del benessere fisico a lungo termine, si inizia a mangiare di più e cose più variate”. Insomma l’anoressia non ha niente a che vedere con una “scelta alimentare”: “Questa malattia -spiega la Tomasini che nel suo percorso di formazione ha lavorato a contatto con pazienti affetti da anoressia – parte da un desiderio di perdita di peso, il non sentirsi adatti rispetto al proprio corpo, è una patologia multi fattoriale che parte da problemi legati ai rapporti in famiglia, ci vogliono equipe di medici specializzati in molti settori per curarla”.
Esistono casi però in cui l’anoressia si manifesta, inizialmente con la scelta vegan? “Potrebbero esserci nelle casistiche delle situazioni del genere, ma anche di ragazze o ragazzi che magari iniziano con la “dieta del limone” o quella dell’anguria, si tratta di pretesti. Inoltre l’alimentazione vegan diventa sempre più nota e questo porta anche a casi simili, ma le due cose non possono essere confuse“.
Secondo la dottoressa la presenza di un’opzione vegan a scuola è un’ottima notizia, anche se il percorso è ancora molto lungo: “Non esiste una legge che lo garantisca e spesso l’opzione è determinata solo dai buoni rapporti con la scuola o con lo stesso cuoco o cuoca della mensa” – spiega la Tomasini – “il fatto è che la scelta vegana è una scelta di educazione dei genitori verso i figli e questo è un diritto sancito nella nostra Costituzione”. E sulla questione della necessità, per il comune di Bologna, di portare un certificato medico per chi sceglie veg? “Non è legittimo, perché essere vegani non è una patologia e il medico non può certificare che il bambino è vegano, può solo certificare che è seguito da un nutrizionista, al massimo”.
Rimane un problema quello dell’educazione alimentare secondo la dottoressa: “Quando chiedo ad un bambino che cosa sono i legumi, la maggior parte delle volte non sa rispondermi, oppure, al massimo, mi dice che mangia i piselli; il problema sta alla base, nell’educazione alimentare che in Italia si è discostata fortemente dalla dieta mediterranea. I piccoli mangiano sempre pasta, carne, affettati, poca frutta e verdura o comunque sempre la stessa e non sono educati alla varietà, questo è il problema”. Ecco perché la dottoressa Tomasini insieme al gruppo “Bimbi Sani” ha avviato una petizione dal titolo “#Mensepiùsane” che ha raccolto quasi 6mila firme, fra le quali anche quella del dott. Franco Berrino, per chiedere al Ministero della Salute di migliorare la qualità del cibo nelle mense dei più piccoli anche dopo le direttive dell’Oms “Dobbiamo pensare alla salute a lungo termine di questi bambini – continua la dottoressa – il 30% di loro in Italia soffre di obesità, saranno potenziali malati da adulti”.
Intervista di Federica Giordani