Più aberrante della caccia ad animali a rischio estinzione c’è il fatto che sia assolutamente legale farlo. La balenottera azzurra e la balenottera comune sono due specie fortemente in pericolo e i due più grandi mammiferi esistenti sul nostro pianeta; eppure il ricco magnate della pesca, nonché baleniere di seconda generazione, Kristján Loftsson sta operando nei mari islandesi una caccia spietata verso questi animali.
Sea Shepherd sta monitorando in questi giorni proprio l’attività delle baleniere al largo delle coste islandesi pubblicando sul suo sito foto e aggiornamenti quotidiani: ecco quello che è emerso finora.
Kristján Loftsson e la caccia alle balene
Kristján Loftsson è un nome certamente non nuovo agli attivisti di Sea Shepherd, che dalla metà di giugno stanno tenendo sotto controllo le acque dell’Oceano Atlantico. Proprietario della compagnia Hvalur hf, possiede una grande stazione baleniera sul lato nord di Hvalfjörður e due vecchie navi baleniere costruite in Norvegia, la Hvalur 8 e la Hvalur 9, operanti esclusivamente (o almeno così dovrebbe essere) sul fronte della caccia alle balenottere comuni.
Sul sito di Sea Shepherd si legge che il governo islandese ha concesso alla Hvalur per il 2018 un tetto massimo di trofei pari a ben 161 balenottere comuni, a cui si aggiungono altri 30 esemplari provenienti dalla quota inutilizzata del 2017, le quali possono essere uccise durante una stagione di caccia, iniziata lo scorso 10 giugno e che durerà 100 giorni.
L’attività di Loftsson era rimasta bloccata dal 2015 in seguito a seri problemi di esportazione della carne di balenottera destinata per lo più al Giappone. Il livello di agenti contaminati presenti nella carcassa di questi animali era infatti di gran lunga superiore agli standard alimentari minimi giapponesi che di conseguenza le importazioni vennero fermate per quell’anno.
Sea Shepherd spiega che dal 19 giugno di quest’anno, data in cui le baleniera Hvalur 9 ha ripreso le spedizioni in mare, le balenottere catturate e macellate sono 7 ma ben presto anche la nave gemella Hvalur 8 sarà pronta a prendere il largo e gli esemplari uccisi raddoppieranno.
Il caso della balenottera azzurra
A pesare ulteriormente sulle spalle di Loftsson c’è l’uccisione (questa volta assolutamente illegale) di un esemplare di balenottera azzurra, il più grande mammifero del pianeta: non avveniva da 40 anni.
Dopo aver immortalato l’evento con uno scatto di gruppo, si legge sul sito, Loftsson ha ordinato l’immediata macellazione dell’animale proprio come avviene per le altre balenottere e in modo tale che pelle, carne e ossa mescolandosi a quelle degli altri esemplari cacciati legalmente, siano praticamente impossibili da localizzare in caso di controlli da parte delle autorità.
Impossibile credere che ci sia stato un errore di caccia: il colore della pelle, la forma della pinna dorsale e della coda non lasciano dubbi al fatto che si trattasse proprio di un raro esemplare di balenottera azzurra.
Le reazioni ovviamente sono state immediate: il capitano Paul Watson, fondatore di Sea Shepherd e difensore delle balene da più di 50 anni, si è rivolto alle autorità affinché pongano fine a questi crimini messi in atto da Loftsson contro la biodiversità e la conservazione della natura: “Quest’uomo deve essere fermato per la brutale violazione delle leggi internazionali sulla conservazione. Non ci può essere nessuna giustificazione legale per questo crimine”.
“Il crimine commesso contro questo emblematico animale deve essere oggetto di investigazione da parte di ispettori indipendenti” ha dichiarato Robert Read, Chief Operating Officer di Sea Shepherd UK. Occorre operare attraverso “prelievi di DNA dalle carni e dalle parti stipate da Loftsson nella sua stazione baleniera e nei magazzini dal momento in cui la balena è stata macellata e nascosta alla vista per celare il fatto che Loftsson non avesse nessuna autorità per uccidere una balenottera azzurra”.