“Alma” in portoghese significa “anima”: è questo il titolo del documentario girato nel 2010 nella foresta amazzonica per testimoniarne la bellezza e, al contempo, la fragilità, ma anche e soprattutto la sofferenza che si nasconde dietro alla distruzione dell’unico polmone della Terra. Gran parte di essa, infatti, è stata distrutta e continua a esserlo per la produzione di carne, latte e derivati e cuoio, la cui realizzazione richiede l’uccisione di centinaia di migliaia di animali e il disboscamento di chilometri di foresta ogni giorno.
Patrick Rouxel, autore e regista del documentario, scrive sul suo sito: “Sono spinto dall’empatia e considero i miei film un atto di civiltà, come una goccia d’acqua per aiutare a spegnere i fuochi ardenti di distruzione in tutto il mondo. Realizzo i miei film in modo indipendente, libero da ogni interesse politico, religioso o commerciale. Cerco di innescare il cambiamento nelle nostre scelte di consumo e di far evolvere il nostro modo di comportarci nei confronti degli animali e della natura”.
Il documentario – che non ha una voce narrante e non fornisce dati di alcun tipo – è una testimonianza forte e concreta della sofferenza e della distruzione che l’attività umana infligge alla natura; qui il focus, come abbiamo detto, è sulla produzione di carne, latte e cuoio. Immagini festose e allegre si alternano ad altrettante, crude e sconvolgenti su cosa si nasconda realmente, in termini di sofferenza, dietro la realizzazione di prodotti animali.
Dal 2003, con più di 191 milioni di capi di bestiame allevati, il Brasile è uno dei maggiori esportatori di carne e cuoio del mondo; un’indagine di Greenpeace dimostra che questo paese è il quarto paese emettitore di CO2 a livello globale e che il bestiame è responsabile dell’80% della deforestazione nella zona, mentre l’agricoltura, i progetti minerari e di infrastruttura sono responsabili per la maggior parte del restante 20 % . Patrick Roussel è autore anche di “Green”, pluripremiato documentario interamente dedicato alla storia straziante e agli ultimi giorni di vita di una femmina di orango, vittima della deforestazione e dello sfruttamento delle risorse attuati dall’uomo per la produzione di olio di palma.