Tre volte gli antibiotici somministrati nel Regno Unito, il doppio della Francia. È un primato negativo quello conquistato dagli allevamenti italiani, terzi in Europa per somministrazione di antibiotici agli animali dopo Spagna e Germania. A rilanciare l’allarme è stata la Ciwf, la Compassion in World Farming Italia Onlus, l’associazione che si occupa di tutela e benessere degli animali negli allevamenti. Lo ha fatto nei giorni scorsi per voce della sua direttrice, Annamaria Pisapia, che ha scritto una lettera a “la Repubblica” in risposta a un’intervista rilasciata dal nutrizionista Andrea Ghiselli a “Repubblica Tv” a seguito della decisione dell‘Oms di inserire la carni rosse processate nell’elenco degli elementi cancerogeni.
“Il 71% degli antibiotici venduti in Italia è destinato agli animali e l’Italia è il terzo maggiore utilizzatore di antibiotici negli animali da allevamento in Europa”, scrive Pisapia. “L’uso di antibiotici – sottolinea – è connesso con le pessime condizioni ed in particolare l’alta densità di allevamento: tanto più gli animali sono stressati, tanto più sono immunodepressi, tanto più si ammaleranno”. La direttrice di Ciwf fa un esempio concreto: “In un capannone di 40mila polli geneticamente selezionati per raggiungere il peso di macellazione in 39-42 giorni, che crescono tanto velocemente da sviluppare malattie cardiovascolari, respiratorie e zoppìe, basta che si ammali un solo pollo e si dovrà somministrare antibiotici a tutti”.
A sollecitare la risposta di Pisapia sono state le affermazioni di Ghiselli sulle condizioni degli allevamenti intesivi definiti “delle bufale che girano su un internet con delle fotografie molto spesso taroccate. Gli animali – ha detto Ghiselli – non soffrono, sono allevati in ottime condizoni igieniche” anche perché “l’allevatore non ha nessun motivo di riempie gli animali di antibiotici perché costano”.
“Noi abbiamo realizzato due videoinchieste in Italia, nel 2013 sui suini e nel 2014 sui conigli. Posso garantire che le immagini che abbiamo girato non sono taroccate”, è stata la risposta di Pisapia. “Propongo una riflessione: è possibile pensare che galline allevate in gabbia per una vita intera, con a disposizione uno spazio poco più grande di un foglio A4, che vacche costrette per tutta la vita in stalla senza mai vedere un filo d’erba, siano felici?”, domanda la direttrice di Ciwf. E, ancora: “Ma è proprio necessario continuare a dare spazio a persone che negano che il mare sia blu affermando che gli allevamenti intensivi non esistono e che negli allevamenti gli animali stanno bene?”. Il dibattito è aperto.