Si è registrato in sette paesi europei un notevole aumento di persone che si sono avvicinate a un’alimentazione a base vegetale. Questo quanto è emerso dall’indagine riportata da Vegconomist e condotta da uno dei marchi vegetariani e vegani più riconosciuti al mondo V-Label che ha coinvolto Danimarca, Germania, Spagna, Italia, Francia, Inghilterra e Polonia. In questi paesi una media del 19% dei consumatori ha dichiarato di aver pianificato di cambiare la propria dieta per includere maggiormente alimenti a base vegetale proprio a seguito della periodo pandemico.
Galeotto fu il… lockdown
La Danimarca si è posizionata al primo posto, con il 24%, mentre la Polonia ha registrato la cifra più bassa, il 13%. Tra i consumatori il passaggio è avvenuto per il 46% e il 41% indirizzando la propria scelta verso “alternative vegetali” a prodotti quali latte e carne, mentre il 25% si è dichiarato più interessato semplicemente a consumare altre tipologie di alimenti come ad esempio la pizza.
Questa tendenza che ha preso piede sempre più proprio durante il periodo del lockdwon, si è osservata anche a livello globale: le vendite di prodotti vegetali infatti sono aumentate rapidamente di quasi il doppio rispetto alle vendite di carne animale negli Stati Uniti, e i consumatori russi hanno mangiato alimenti a base vegetale tre volte di più rispetto a quanto mai registrato prima. D’altronde i lunghi mesi alternati di chiusura trascorsi a partire da marzo del 2020 hanno portato moltissime persone ad interrogarsi su diversi aspetti della vita condotta fino a quel momento come aveva già riportato il Financial Times nell’aprile del 2020: è stato proprio nel culmine della pandemia infatti che il mercato degli alimenti a base vegetale ha registrato una crescita esponenziale tra le vendite di alternative alla carne in aumento del 265% in un periodo di sole otto settimane. E anche gli investimenti sulla vendita di proteine in forme alternative, sono cresciuti notevolmente, registrando un aumento del 102% su base annua per raggiungere un totale di 4,8 miliardi di dollari nel 2021.
Il motivo della scelta, tra salute e crisi climatica
Stando a quanto riportato dall’indagine sono stati i seguenti motivi a spingere le persone verso questa direzione: il 63% ha indicato di aver optato per questa scelta per problemi di salute, mentre il 57% ha menzionato le ragioni ambientali come motivo per il cambiamento. L’aver rallentato i propri ritmi di vita ha permesso alle persone di assumere nuove consapevolezze e dedicare un tempo più concreto allo studio e all’approfondimento di svariati argomenti, tra i quali anche l’alimentazione e la crisi climatica, così come ha affermato Ferry Djamchidi, CEO di V-Label: “La pandemia ha indotto i consumatori a ripensare alle proprie scelte alimentari e a cercare alternative salutari. L’importanza dell’industria vegetale sta crescendo sempre più soprattutto per questo”.