Sono esposti lì i peluches degli agnellini, a cavalcioni del banco frigo, mentre sopra le loro testoline di peluches, campeggiano i vassoi di polistirolo in cui si vendono altri agnelli (veri), pronti per le tavole della Pasqua. La foto, pubblicata su Facebook da un’utente romana, mostra il reparto carne di un supermercato della capitale allestito in occasione delle imminenti festività.
Che cosa succede, quindi? Perché questa immagine crea un cortocircuito nella nostra mente? Le risposte possono essere diverse. Sicuramente il primo “problema” è dato dalla visualizzazione dell’animale “intero” e in un contesto di gioco e tenerezza: qualsiasi bambino, quando ha per le mani un giocattolo di questo tipo tende a prendersene cura, facendolo diventare oggetto
Quello che è accaduto nel supermercato a Roma, quindi, non è affatto diverso: è il portare alla luce un’evidenza che tale non è, ma solo a causa della nostra cultura e della mancata informazione e consapevolezza del consumatore. Ma come scrive Aldous Huxley “I fatti non cessano di esistere solo perché vengono ignorati”, perciò quando si palesano in modo anche inconsapevole certi cortocircuiti, come quello dei peluches a Roma, le reazioni sono di sdegno, oppure si grida al “cattivo gusto”. Esiste un solo cattivo gusto, però, ed è quello non non voler sapere. La consapevolezza, il conoscere i processi e l’affrontare le reazioni che arrivano dal nostro senso di empatia, sono necessarie.
Federica Giordani