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Abbattimento lupi rimandato: adesso si aspetta un piano diverso dal Ministero

Per ora i lupi italiani sono salvi: l’abbattimento selettivo proposto in sede tecnica dalle Regioni non è stato approvato dalla Conferenza Stato Regioni sul piano politico, come riportato dal sito dell’associazione animalista LAV a seguito dell’incontro di oggi, 2 Febbraio 2017, con Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza. Il piano di abbattimento viene perciò rimandato indietro al Ministero dell’Ambiente che dovrà riformularlo e sottoporlo nuovamente alle Regioni.

“E’ una prima vittoria importante – commenta Gianluca Felicetti presidente della LAV che insieme a Enpa, Lac, Legambiente, Lipu e Lndc aveva espresso immediatamente un secco “no” all’idea dell’abbattimento dei lupi per un 5% della popolazione totale sul territorio italiano – ora vogliamo un piano che non preveda l’abbattimento ma misure che facilitino la convivenza fra questi meravigliosi animali che per anni sono stati in pericolo di estinzione, e le attività umane, metodi che ci sono e sono anche già stati più volte sperimentati”.

E’ con i tecnici, gli zoologi, gli etologi e gli esperti di settore, quindi, che dovrà parlare e confrontarsi il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti che si era detto favorevole al piano di abbattimento selettivo. Si tratta di un “no” quello che arriva dalle Regioni di carattere pienamente politico come spiega Felicetti: “La conferenza Stato Regioni aveva dato l’approvazione all’abbattimento, ma solo dal punto di vista tecnico, ora il passaggio politico ha rigettato questa idea, e per il momento i lupi sono salvi”. La vigilanza sul tema rimarrà alta e si attende un nuovo piano per poter andare in contro anche alle esigenze di agricoltori e allevatori che lamentano il loro danno economico dato dalla presenza di lupi sul territorio italiano, anche se, come ha spiegato Stefano Spinetti, Presidente Nazionale delle Guide Ambientali Escursionistiche italiane “Sebbene la popolazione nazionale del lupo possa essere in rapida ripresa, non esistono ancora dati scientificamente robusti sulla distribuzione ed abbondanza del carnivoro in Italia che attestino il raggiungimento di una sua condizione sicuramente favorevole nel lungo periodo”.