Fra un paio di giorni, il 2 febbraio 2017, sapremo se il Ministero dell’Ambiente darà il via all’abbattimento selettivo dei lupi italiani, rei, a detta di agricoltori e allevatori di gravi danni ai loro affari. Nel frattempo non solo solo le associazioni animaliste a scendere in campo e a gridare un secco “no” alla procedura, ma ci sono anche le Guide Ambientali Escursionistiche Italiane, che dei nostri boschi delle Alpi e degli Appenini conoscono ogni centimetro e ogni abitante.
Il lupo è davvero fuori dal pericolo di estinzione?
Il dato più interessante delle affermazioni di Stefano Spinetti, Presidente Nazionale delle Guide Ambientali Escursionistiche italiane, è relativo al numero di lupi effettivamente presenti sul nostro territorio: “Sebbene la popolazione nazionale del lupo possa essere in rapida ripresa, non esistono ancora dati scientificamente robusti sulla distribuzione ed abbondanza del carnivoro in Italia che attestino il raggiungimento di una sua condizione sicuramente favorevole nel lungo periodo”. Insomma, abbattere un numero di animali che rientrerebbe entro il 5% della popolazione totale non garantirebbe di mantenere la popolazione di questi animali al sicuro da pericoli di estinzione, anzi, secondo il comunicato stampa di AIGAE, “sulle Alpi il lupo è ancora lungi da essere fuori pericolo”.
Abbattere i lupi porterebbe altri danni agli stessi agricoltori
Spinetti fa notare inoltre che a livello zoologico uccidere degli esemplari può comportare seri danni: oltre alla destrutturazione del branco a cui appartengono gli animali, si rischia seriamente anche la perdita della capacità di predare in gruppo la fauna selvatica, specie il cinghiale, con conseguente rischio di aumento degli attacchi alla fauna domestica. Insomma un’azione davvero controproducente su molti fronti, come ribadito sulle pagine di Vegolosi.it anche dall’etologo Roberto Marchesini.
Convivere con i lupi si può
Sta di fatto che soprattutto gli allevatori lamentano danni agli affari causati da lupi e incroci fra cani e lupi che attaccano gli animali negli allevamenti. Ma le alternative all’abbattimento ci sono, eccome: esistono metodi ampiamente sperimentati, efficaci e che escludono l’uccisione dei lupi, come spiega la stessa AIGAE, metodi accessibili anche grazie ai fondi messi a disposizione dalla CEE per l’agricoltura, come, per esempio, la sorveglianza del pascolo, la presenza di buoni cani da guardiania di razza pastore abruzzese – maremmano, le recinzioni fisse e mobili elettrificate. Nella stragrande maggioranza – spiega sempre l’AIGAE – la combinazione di questi strumenti possono ridurre notevolmente il rischio.
Si attende, quindi il 2 Febbraio, per capire che cosa verrà deciso dal Governo e se gli appelli al buon senso avranno la meglio sulle proteste degli allevatori che, purtroppo, potrebbero non essere gli unici a gioire di una deroga in tal senso al piano di conservazione del lupo in Italia: il bracconaccio, infatti, rimane, ancora, una piaga aperta nel nostro paese e fu proprio la caccia indiscriminata a mettere a rischio estinzione il lupo nel nostro paese negli anni ’70.
Abbattimento dei lupi: tre motivi per cui è insensato secondo l’etologo