Anche se a Gorgona non ci sono sbarre, la similitudine tra detenuti e animali allevati è ben chiara: entrambi non godono della piena liberà e a entrambi la società spesso non riconosce emozioni, sentimenti, “umanità”, non tanto per cattiveria, quanto per una sorta di abitudine di chi sta dalla parte “giusta” della barricata a etichettare categorie di cose e persone, il tutto per rendere vita più semplice e lineare.
“Il carcere è limitazione di spazio compensata da eccesso di tempo, scrive Josif Brodskij. Ho sempre associato questa frase con l’allevamento soprattutto quello intensivo”, spiega Verdone,”che è simile al carcere, solo che non c’è compensazione di tempo. È limitazione di spazio e di tempo perché l’animale non umano deve vivere in poco spazio, con tanti suoi simili e produrre materie prime nel minor tempo possibile consumando lo stretto necessario, ammalandosi poco e disturbando ancora meno”.
In questo contesto e da queste riflessioni è nata la carta dei diritti degli animali dell’isola di Gorgona, cassa di risonanza delle domande sulla questione animale: 36 articoli molto dettagliati e specifici in cui si parla di mammiferi ma anche di api, di animali allevati ma anche di quelli d’affezione, di risorse alimentari ma anche di pet therapy e di ruolo dei compagni a quattro zampe nel reintegro dei carcerati nella società.
Marco Verdone è autore dei primi capitoletti del libro e della “sistemazione” della carta; vi sono poi i contributi di Carlo Mazzerbo, ex direttore del carcere di Gorgona, Claudio Guidotti, un ex detenuto dell’isola, Paolo de Benedetti, teologo, Valerio Pocar, sociologo, e altri esperti.Consigliamo questo libro a tutti quelli che hanno voglia di riflettere sui diritti, animali e umani, e sulle seconde possibilità.
Marco Verdone
Altreconomia edizioni
euro 12,00