Vegolosi

Alla scoperta della Chufa, il tubero che sa di nocciola

 

Continua l’avanzata dei superfood sulle tavole degli italiani: dopo le bacche di Goji e l’alga spirulina arriva la chufa, un tubero dolce ricavato dallo zigolo dolce, una pianta nota in botanica come Cyperus esculentus e originaria della zona di Valencia, in Spagna. Questo tubero è indicato per la prima colazione, la preparazione di dolci e una tipica bevanda spagnola molto proteica, l’Horchata de Chufa.

Come gustare la chufa

Anche se i tuberi possono essere usati in cucina al naturale, sia cotti che crudi, freschi o essiccati, non essendo facilmente reperibile in Italia, l’ingrediente base che si ricava dai tuberi di chufa è una particolare farina che ha diverse proprietà interessanti, tra cui un elevato contenuto di fibre. Il suo sapore è molto gradevole, dolciastro, per alcuni richiama la nocciola, per altri la mandorla, ma chi ha un palato più sensibile ha descritto la chufa, assaporata ad occhi chiusi, come un mix di sapori che richiamano la patata, la vaniglia e un retrogusto di miele. Insomma, se non la conoscete, la cosa migliore da fare è provarla.

La farina di chufa si può aggiungere ai cereali o al muesli della colazione, al latte vegetale, oppure può semplicemente essere mescolata allo yogurt. Può essere utilizzata anche nelle torte e nel pane ad esempio al posto delle noci, oltre che nell’impasto. Per i vegetariani questi piccoli tuberi si conservano perfettamente in barattoli con il miele, un ingrediente che si sposa perfettamente con la chufa, in quanto in grado di valorizzarne ancor di più il sapore. Infine si può anche semplicemente unire 2-3 cucchiai di farina ad un bicchiere di acqua o a un succo di frutta: la bevanda che se ne ricava ha un gusto davvero gradevole ed è un alimento fresco, nutriente ed energetico.

Ricetta dell’Horchata de Chufa

La ricetta è semplicissima: basta mettere in ammollo i tubercoli e aggiungere un dolcificante a piacere (che può essere zucchero di canna, sciroppo d’acero o malto di riso) ed eventuali aromi naturali come cannella, scorza di limone o vaniglia. Dopodiché la preparazione varia in funzione dell’ingrediente base: se si utilizza il tubero, questo va successivamente frullato e filtrato mentre se si ricorre alla farina, la procedura sarà simile a quella della preparazione di un frappè, mettendo insieme gli ingredienti scelti a freddo. Come tutti i prodotti naturali, affinché non perda le sue proprietà, la Horchata va consumata entro tre giorni dalla sua preparazione, e si serve preferibilmente fredda o con ghiaccio.

Proprietà

I tuberi di Chufa sono molto apprezzati per le loro notevoli proprietà nutritive fin dall’antico Egitto. E in effetti, oltre all’acido oleico, che favorisce il normale mantenimento della fluidità ematica e diminuisce i livelli di colesterolo cattivo nel sangue, la chufa è ricca di fibre (più dell’avena), sali minerali, proteine, grassi insaturi e vitamine. In più vanta proprietà diuretiche per il bassissimo contenuto di sodio, ed è adatta anche a chi soffre di celiachia e altre intolleranze alimentari perché priva di glutine e lattosio.

Dove comprare la chufa

La farina di chufa biologica si trova facilmente online (poco più di 8 euro per 500 grammi) così come il tubero essiccato e pronto al consumo; anche nella catena di negozi Tiger si trovano in vendita sacchetti di chufa essiccati da sgranocchiare come snack.

Curiosità

La chufa non cresce solo in territorio iberico ma anche in molte regioni d’Italia (fiorisce da luglio a ottobre e cresce nelle zone umide), soprattutto in Sicilia, dove è conosciuta come zigolo dolce o anche babbagigi (che pare provenga dall’arabo al-hab el-’aziz che letteralmente significa “seme (bacca)/buono(a)”. Nella tradizione locale, la Horchata Valenciana viene servita accompagnata dai fartons, un altro prodotto tipico di Valencia simile ad una brioche allungata con una glassa di zucchero che viene inzuppata direttamente nella bevanda.