Vegolosi

Alghe in cucina: 6 cose da sapere prima di provarle (e tanto altro)

Un tempo grazie al loro buon contenuto di carbonato di sodio, alcune alghe venivano utilizzate nel processo di fabbricazione del vetro. Nei corso degli anni queste incredibili “verdure di mare” hanno trovato il loro posto in moltissime attività umane: dal fertilizzare i terreni (impiego tutt’ora in uso) fino alla cucina, anche di tutti i giorni. Le alghe, che in Occidente si sono affacciate tardi al largo consumo anche grazie ai ristoranti asiatici sempre più diffusi, sono in realtà utilizzate da secoli in molti modi in cucina. Ne esistono molte varietà e sotto varietà ma quelle più comuni e edibili che conosciamo anche in Italia non sono moltissime, pur essendo interessanti sia nel sapore che sotto il profilo nutrizionale.

Una spaghettata al volo? Alghe, capperi e limone: perfetta!

Le alghe sono…

Intanto diciamo che le alghe si dividono in 4 tipologie:

Questa classificazione è stabilita in base al loro colore che viene determinato dal processo di fotosintesi più o meno efficace dovuto a sua volta dalla profondità marina a cui si trovano. Quelle più verdi sono più vicine alla superficie e vengono raggiunte maggiormente dalla luce, al contrario quelle brune nascono e prosperano più in profondità.

Alcuni tipi di alghe, inoltre, sono utilizzate da moltissimi anni dall’industria alimentare: pensiamo ai gelificanti come l’agar-agar – molto noto nella cucina vegana – che è proprio tratto dalla lavorazione di un’alga rossa. L’agar è l’unico gelificante 100% vegetale che permette di ottenere lo stesso effetto che avremmo con la così detta “colla di pesce”, ossia una gelatina alimentare tratta dalla lavorazione delle cartilagini bovine o suine (materiale di scarto dell’industria della carne). Per sapere come utilizzare l’agar in cucina, trovi tutte le informazioni qui.

Un condimento pazzesco: “tonno” vegan a base di ceci. Qui le alghe sono protagoniste

Le più comuni e anche reperibili sul mercato sono:

Alghe: 6 cose da sapere

1. Le alghe sono vere e proprie verdure di mare: come tali sono raccolte e in alcuni casi coltivate. Contengono minerali, vitamine e anche proteine. L’alga Nori, per esempio, è la più ricca di proteine in assoluto.

2. Si dividono in microalghe e macroalghe: le micro (come la spirulina) sono organismi unicellulari fotosintetici. Possono essere coltivate facilmente e in spazi ristretti e controllati (alcune coltivazioni di spirulina, per esempio, si trovano nel sud Italia). Le macro alghe, invece, sono più difficili da coltivare data la grande quantità di acqua e spazio di cui necessitano: pensiamo alla dulse o alla kombu.

3. Si possono comprare nei negozi di alimentazione bio: in Italia le alghe si trovano in vendita prevalentemente essiccate e provengono dall’Oceano Atlantico o da quello Pacifico. In alcuni rari casi è possibile trovarle fresche nelle pescherie o nei negozi di alimentazione asiatica.

4. Si consumano con alcune accortezze: le alghe sono ricche di minerali e vitamine – che in parte con la cottura e l’ammollo si disperdono – ma sono anche un ottimo modo per insaporire i piatti data l’abbondante presenza di sodio trattenuto dalle loro fibre. Molte alghe sono anche ricchissime di iodio e sulle confezioni ne viene riportata la quantità massima di consumo – giornaliera o settimanale – per non incorrere in problemi.

5. A cosa servono? Facile: le alghe in cucina ci permettono di dare ai nostri piatti uno splendido e inconfondibile profumo di mare. In base alla loro tipologia hanno sfumature di gusto e intensità diverse e possono essere usate per insaporire i piatti più semplici (come un piatto di pasta da fare in 5 minuti) ma anche per preparazioni più complesse come il sushi vegan.

6. Sono molto versatili in cucina: durante il nostro corso di cucina scopriremo che ogni tipo di macro alga – vedremo le più comuni come la kombu, la dulse, la nori, la wakame e le arame – hanno caratteristiche di sapore e profumo molto diverse fra loro e possono avere applicazioni diverse in base all’effetto che vogliamo ottenere nei nostri piatti.