Vegolosi

L’ippogrifo di Harry Potter esiste: eccolo qui, abita in Africa

Qualcuno lo ha paragonato all’ippogrifo di Harry Potter e in effetti questo uccello selvatico dall’aspetto preistorico sembrerebbe uscito da un racconto mitologico. Chiamato Becco a scarpa (Balaeniceps rex) per la forma particolare del becco, si distingue per la mole ragguardevole, il collo tarchiato e la testa molto grossa, ma nonostante l’aspetto minaccioso si tratta di un animale decisamente timido.

Un becco da record

Impossibile non notare il becco di questo curioso uccello acquatico: lungo fino a 20 cm, leggermente incurvato al culmine, ha la robusta punta munita di un uncino e l’ampia mascella inferiore rivestita di una membrana coriacea. Un’arma perfetta per pescare – dato che il Becco a scarpa si nutre di pesci, molluschi, anfibi, e persino piccoli coccodrilli o tartarughe -, e che non lascia scampo alle prede, intrappolate prima di venire decapitate.

Il resto del corpo è chiaramente proporzionato per riuscire a sostenere il peso e le dimensioni di una “bocca” così ingombrante: l’adulto misura in media 115–150 cm di altezza e 100–140 cm di lunghezza, ha un’apertura alare di 230–260 cm e pesa (non si direbbe!) dai 4 kg ai 7 kg. Le sue gambe sono molto alte come quelle della cicogna, le lunghe dita sono munite di robuste unghie e sebbene possa far paura per la sua imponenza, il Becco a scarpa si dimostra un genitore molto amorevole: una volta deposte le uova (da 1 a 3) in una piccola buca ricoperta da vegetali, esse vengono accudite da entrambi i genitori che, dopo aver costruito il nido, si occupano insieme della cova e dell’allevamento dei piccoli.

Un animale… coi piedi per terra

Animale non gregario e in genere non migratore, il Becco a scarpa è solito vivere al livello del terreno; solo se spaventato si alza in volo, ad ali tese e con il collo arretrato, per raggiungere i rami più alti di grossi alberi. Di abitudini notturne, è solito pescare camminando lentamente nell’acqua bassa, dove la vegetazione cresce fitta, con il becco rivolto all’ingiù in posizione verticale. Amante dei climi tropicali, il Becco a scarpa vive nelle regioni paludose del Sudan, nella zona del Lago Vittoria in Uganda e nelle praterie del Ruanda.

Una specie fuori dal comune

I Becco a scarpa sono campioni di pazienza. Non solo sono capaci di rimanere ore e ore nell’acqua ad aspettare la giusta preda (del resto che fretta c’è quando l’aspettativa media di vita è ben oltre i 35 anni), ma amano molto la solitudine e il silenzio. Ogni esemplare trascorre la maggior del tempo in solitaria (cercando altri simili solo nei periodi dell’accoppiamento) e, fatto curioso, si tratta di un animale praticamente muto che può trascorrere giorni e giorni senza emettere un solo suono che non sia il fruscio delle ali. Inoltre per via del carattere schivo e riservato, scienziati e ornitologi hanno raccolto finora davvero poche immagini e video che riguardano questi uccelli e le loro abitudine quotidiane al punto che fino alla metà del 19° secolo non fu possibile catalogare la specie.

In questo video un esemplare viene ripreso mentre emette il suo tipico verso, che ricorda incredibilmente una mitragliatrice.

L’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) nella Lista Rossa del 2016 segnala questa specie come VU (Vulnerabile) e per queso motivo il Becco a Scarpa è protetto dalla legge in Sudan, Repubblica Centroafricana, Uganda, Ruanda, Zaire e Zambia ed è compreso nella classe A della African Convention of Nature and Natural Resources.

Infatti una delle più grandi minacce per il Becco a scarpa è rappresentata dalla distruzione dell’habitat: questi uccelli acquatici hanno esigenze specifiche di habitat per la nidificazione e la ricerca di cibo, ma le paludi e gli acquitrini si stanno rapidamente convertendo in terreni agricoli o per il pascolo dei bovini, per non parlare della pesca.

Un altro motivo di preoccupazione è il traffico illegale con destinazione gli zoo. La domanda dei Becchi a scarpa da parte degli zoo è infatti molto alta per via del loro prezzo di mercato (vengono venduti per 10.000/20.000 dollari), il che li rende gli uccelli più costosi in commercio e prede ambite per i contrabbandieri locali.