Vegolosi

Addio a Koko, la femmina di gorilla che parlava con noi e di noi – VIDEO

Il 19 giugno scorso si è spenta Hanabiko Koko, femmina di gorilla di 46 anni, conosciuta in tutto il mondo perché dotata di un’intelligenza straordinaria: capace di comunicare con la lingua dei segni, sebbene “semplificata”, la gorilla conosceva anche più di 2 mila parole inglesi ed era diventata famosa anche per aver pianto alla notizia della morte dell’attore Robin Williams, conosciuto nel 2001 e scomparso nel 2014.

Anche se Koko non era in grado di organizzare sintatticamente le parole (di creare, cioè, frasi di senso compiuto), grazie alle sue straordinarie capacità è apparsa due volte – nel 1978 e nel 1985 – sulla copertina di National Geographic (nella foto qua sotto): non solo per la sua intelligenza, ma anche perché Koko aveva “adottato” e dato un nome ad alcuni animali da compagnia, tra cui un gattino chiamato All Ball. Ha commosso il mondo il video in cui venne comunicata a Koko la scomparsa del suo adorato gattino: una reazione di sofferenza e dispiacere che molti hanno definito “quasi umana“. Tutto questo, insieme alla sua storia fuori dal comune, ha permesso a Koko di meritare perfino una pagina su Wikipedia.

Koko: il gorilla che ha commosso il mondo

Koko nacque nel 1971 nello zoo di San Francisco ma trascorse gran parte della sua vita al Gorilla Foundation, organizzazione no-profit nata nel 1976 e dedicata alla conservazione, protezione e benessere dei gorilla. Fu la psicologa degli animali Francine Patterson a insegnare a Koko ciò che sapeva, durante una serie di test volti a indagare l’intelligenza degli animali. I risultati delle ricerche su Koko hanno rivoluzionato il modo di vedere le capacità intellettive ed empatiche degli animali: la gorilla, per esempio, fu uno tra i pochi esemplari della sua specie a superare “il test dello specchio”, riconoscendo la propria immagine riflessa; gli studiosi che le sono stati accanto ritengono che Koko fosse in grado di comprendere l’umorismo – cosa che richiede forme di elaborazione della comunicazione molto complesse – e che addirittura sia stata capace di coniare nuove “parole” nel linguaggio dei segni.

Robin Williams con Koko nel 2001; l’attore ha definito l’incontro “un’esperienza che ti cambia la mente”

Merita una particolare menzione il rapporto di Koko con Francine Patterson: unico e sorprendente, è sfociato in un’amicizia per la vita, fatta di una complicità incredibile, come si può notare anche dalle immagini nel video in apertura. Per il suo 44esimo compleanno, non avendo avuto figli, la dottoressa Patterson regalò alla gorilla un’intera cucciolata di gattini: un momento a dir poco speciale in cui Koko affermò: “Sono i miei bambini“,  attraverso la lingua dei segni.

Koko, Leonardo Caffo: “Non era né umana né non umana, era post-umana”

La scomparsa di Koko ha commosso il mondo intero e Leonardo Caffo, filosofo e scrittore italiano, ha dedicato un editoriale all’evento, sottolineando come, tra tanti momenti sorprendenti, la gorilla sia stata anche la testimonianza vivente di un problema di fondo. “All’umano, degli animali come lei, interessava capire solo quanto fossero un po’ umani anche loro – scrive – ma mai capire cosa si provasse a essere proprio quella vita lì senza costringerla a giocare alle nostre regole (la lingua dei segni) senza capire le loro”.

“Koko è stata una vita di confine, né umana né non umana, semplicemente post-umana — un primate superiore, come noi, ma già al di là di noi — fuori dalla gabbia del linguaggio, dentro la rete della compassione e del senso di tristezza per la consapevolezza che prima o poi si muore e che ogni attimo è tremendo” ha concluso.

Considerazioni importanti che sono un grande spunto di riflessione, ma al di là di queste una cosa è certa: Koko non sarà dimenticata, e la fondazione ha annunciato che onorerà l’animale con un’applicazione per la lingua dei segni con lei come protagonista. I ricavati verranno utilizzati per finanziare alcuni progetti per la salvaguardia di gorilla e persone in difficoltà.