Puppy Yoga è illegale, lo dice il Ministero della Salute

Dopo tante segnalazioni ecco che il Ministero emette una nota interna: niente cuccioli per attività ricreative.

Forse avrete visto delle immagini, forse avrete anche pensato che fosse molto bello fare una lezione di yoga contornati da cuccioli di cane, eppure sul “Puppy yoga” è arrivata una nota del Ministero della Salute e in particolare del Capo Dipartimento One Health, Giovanni Leonardi, che invita le Regioni a vigilare affinché non vengano erogate pratiche di questa attività.

Che cos’è il “Puppy yoga” e perché non è una buona idea

Nata come attività fortemente social negli Stati Uniti, questo tipo di yoga consiste in lezioni base, aperte a tutti, che prevedono la realizzazione di alcune asana (le posizioni dello yoga) mentre si è circondati da decine di cuccioli di cane provenienti da allevamenti. Secondo chi lo vende, si tratta di un’attività che prevede un grande benessere e un momento di gioia per tutti, come ha spiegato su Corriere della Sera Daniele Ferraro, direttore di una scuola yoga di Torino dove nei mesi scorsi si sono tenute alcune di queste lezioni. Cani trattati benissimo, con cuccioli che arrivano da allevamenti in regola e che hanno tutti la giusta età ossia hanno superato le 8 settimane di vita, momento dopo il quale il cucciolo potrebbe essere separato dalla madre.

Eppure il Ministero non è di questo avviso, dato che la nota interna emessa in data 24 aprile 2024 spiega: “Tale attività si configura come un intervento con finalità ludico-ricreative e di socializzazione volto al miglioramento della qualità di vita e al benessere della persona, rientrando quindi nell’ambito delle Attività Assistite con gli Animali (AAA) regolamentate dall’Accordo tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, recante “Linee guida nazionali per gli interventi assistiti con gli animali (IAA)”.  L’Accordo stabilisce, in Allegato A capitolo 8, che gli animali coinvolti in IAA siano soggetti adulti, condizione necessaria a tutelare la salute e il benessere degli animali oltre che la sicurezza dell’utenza“.

In poche parole le attività di puppy yoga non erano (e non sono) regolamentate né a livello legislativo, né veterinario ma ora rientrano nella IAA e devono seguire quelle direttive fra le quali è ben segnalato che gli animali utilizzati debbano essere adulti. Insomma, niente cuccioli.

Perché gli animali non sono intrattenimento

Il problema sollevato da molti è anche un altro. Spesso alla fine di queste sedute c’è la possibilità di chiedere informazioni sui cani per poterli acquistare, una pratica che incentiva gli allevamenti e allontana ancora di più dalla salvezza le migliaia di cani che ancora oggi attendono una nuova vita in canile. Secondo LAV (dato 2020) sono quasi 70.000 i cani detenuti in più di 1000 canili sul nostro territorio. In più, secondo altri, quella del puppy yoga sarebbe l’ennesima forma di antropocentrismo: attività svolte con gli animali utilizzati come oggetti di intrattenimento, senza nessun riguardo per le loro emozioni e volte solo a procurare benessere (o un selfie) a noi.

Immagini: Deposit Photo

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