Croazia: stop definitivo agli allevamenti di animali da pelliccia
Dal 1 gennaio 2017 la Croazia dovrà chiudere tutti gli allevamenti di animali da pelliccia: già altri paesi europei l’hanno fatto, ma l’Italia?
Il 2017 si apre con delle buone notizie sul fronte dei diritti animali: in Croazia, infatti, non potranno più essere allevati e uccisi animali per farne pellicce. Il divieto, emanato ormai 10 anni fa, è entrato in vigore il 1° gennaio di quest’anno (2017) e porterà, quindi alla chiusura in breve tempo di tutti gli allevamenti di animali da pelliccia del paese, in particolar modo dei cincillà, “prodotto” per cui la Croazia è famosa.
La notizia, lanciata in Italia sul sito dell’associazione EssereAnimali, rappresenta un’enorme speranza per l’eliminazione degli allevamenti di animali da pelliccia a livello globale e un grande passo avanti per l’intera Europa. Sebbene la Croazia abbia optato per una scelta etica e civile oltre 10 anni fa, l’applicazione di questo divieto è stata incerta dal momento che gli allevatori di cincillà del paese hanno lottato fino all’ultimo per ottenerne l’annullamento. La battaglia per l’abolizione degli allevamenti, portata avanti dall’associazione animalista croata Animal Friends Croatia ha però ottenuto una vittoria schiacciante grazie anche al pieno appoggio della popolazione locale.
Ma la Croazia non è l’unico paese ad essersi mosso in favore della tutela degli animali da pelliccia: già Olanda, Austria, Regno Unito, Croazia, Serbia, Slovenia, Macedonia e Bosnia hanno votato per emanare il divieto mentre in Svizzera e Germania, dove le leggi sulla tutela del benessere animale sono molto rigide, non esiste più alcun allevamento. E in Italia? Nel nostro paese la situazione è diversa: EssereAnimali – grazie anche alla campagna “Visoni Liberi” – è da tempo in campo per la chiusura di 20 allevamenti di visone dislocati nel nostro paese e che, ogni anno, uccidono più di 180 mila esemplari. Il Parlamento italiano deve ancora discutere le tre proposte di legge a riguardo e, nel frattempo, le associazioni animaliste continuano a scendere in campo contro gli allevamenti.